Dalla Cassazione via libera anche ai referedum su cittadinanza, Jobs act e subappalti
Nel giorno del via libera dalla Cassazione al referendum sull’abrogazione totale della legge sull’autonomia differenziata, la Suprema Corte ha dichiarato conforme a legge anche la richiesta di referendum sulla cittadinanza e quella di referendum abrogativo o parzialmente abrogativo su alcuni punti del Jobs act e subappalti.
In particolare, per il Jobs act, l’Ufficio Centrale per il Referendum ha dato l’ok per: “Contratto di lavoro a tutele crescenti – disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione“; “Piccole imprese- Licenziamenti e relativa indennità: abrogazione parziale“; “Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi”; “Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione“.
Nel giugno scorso la Cgil aveva annunciato di aver raggiunto quota 500mila nella raccolta firme per il referendum contro jobs act. La soglia minima da raggiungere è stata ottenuta in tre mesi. La raccolta delle firme era iniziata a fine aprile, tra le adesioni anche quelle della segretaria del Pd Elly Schlein, del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e di Nicola Fratoianni ed Angelo Bonelli di Avs. “Sarà uno straordinario momento di partecipazione popolare per affermare la libertà di tutte e tutti. Bisogna porre fine ai licenziamenti ingiusti, alla precarietà, al lavoro insicuro, occorre dare cittadinanza a migliaia di italiani e fermare il progetto scellerato di spaccare il Paese con l’autonomia differenziata”, commenta oggi il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Finalmente, attraverso il voto, potremo tutti insieme partecipare e decidere di abrogare leggi sbagliate e ingiuste. È il momento – conclude Landini – del riscatto e della speranza per costruire un’altra società”.
Con il referendum sulla cittadinanza si chiede il “dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana“. La soglia delle cinquecentomila firme per la consultazione popolare proposta da +Europa – che ha l’obiettivo di dimezzare il tempo di residenza nel nostro Paese necessario agli stranieri per poter diventare cittadini italiani, allineando la disciplina a quella prevista in altri Stati Ue – era stato raggiunto a settembre scorso.
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