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La rivolta dei nonni contro la chiusura dell’ufficio postale

Un attraversamento lento di via Castellana: avanti e indietro, rigorosamente sulle strisce pedonali, abbracciando cartelli di protesta contro le Poste. Il tutto per un’ora intera.

Per regolamentare la circolazione una pattuglia della Polizia locale, che ha consentito il regolare anche se intermittente passaggio delle auto.

Si è svolta così, giovedì mattina, 12 dicembre, la manifestazione contro la chiusura dell’ufficio postale di Trivignano: una settantina di cittadini, in prevalenza anziani, ha inteso così esprimere la propria contrarietà al piano delle Poste di chiusura dei piccoli uffici di periferia.

Un progetto di riorganizzazione della rete territoriale che, se da un lato risponde a un criterio di razionalizzazione delle spese, dall’altro priva interi territori del servizio. «Questo era l’impegno e questo abbiamo fatto» racconta Emanuela Zanatta, portavoce del Comitato che ha raccolto centinaia di firme e che sta dando battaglia contro la chiusura. «Ma non ci fermeremo qui».

Alla protesta ha partecipato una settantina di persone: «Una presenza importante, rappresentativa di tutto il quartiere» aggiunge Zanatta, che osserva come la protesta abbia tutta l’intenzione di proseguire. «Al nostro ufficio postale teniamo molto e non vogliamo che chiuda. Vi fanno riferimento circa quattromila persone, tra Trivignano e Santa Lucia, ed è servizio pubblico importante» sottolinea la portavoce.

Il Comitato ora si sta rapportando con gli altri comitati che, in altre parti della città e della provincia, stanno conducendo la stessa battaglia.

E’ in animo di promuovere altre mobilitazioni per far capire alle Poste che questi piccoli uffici postali sono presidi sociali importanti. Soprattutto per la popolazione più anziana.

Anche il Comune di Venezia sostiene questa battaglia di cittadini, in particolare l’assessore Laura Besio sta cercando di mediare con la società postale affinché il piano riveda le chiusure annunciate.

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