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Zverev attacca Lendl: “Pensava più al suo cane e al golf invece di allenarmi”

Quando si interrompe la collaborazione tra un tennista e il proprio allenatore il galateo imporrebbe di lasciarsi senza rancore e con i giusti modi. Non è esattamente ciò che si è verificato tra Alexander Zverev e Ivan Lendl: la fine del rapporto si è rivelato essere un addio al veleno. E’ il segreto di Pulcinella che le cose tra il tedesco e l’ex campione ceco non siano andate per il verso giusto ma il nativo di Amburgo, stuzzicato dall’idea di avere Boris Becker come nuovo allenatore, nel corso di un’intervista a Tennis Magazine ci mette il carico da novanta sottolineando come nel corso del proprio sodalizio le priorità dell’otto volte campione Slam fossero altre rispetto al coaching.

“Aveva preso un nuovo cane e gli mostrava come andare in bagno, questo è il suo interesse principale. E il golf”. Dichiarazioni forti che fanno il paio con altre esternazioni del passato come: “A volte andiamo al campo, mi alleno per due ore e per mezz’ora mi volta le spalle, raccontando di come ha giocato a golf la mattina precedente”. Al di là delle accuse nei confronti di Lendl, lavorare con Zverev non deve essere per nulla facile dato che al primo posto, in ordine cronologico, della lista delle esperienze difficoltose ci fu ai tempi anche Juan Carlos Ferrero, partnership iniziata nel 2017 e conclusa poco dopo.

L’attuale allenatore di Carlos Alcaraz lamentò una scarsa attitudine professionale da parte del tedesco, con un’inclinazione ad arrivare in ritardo agli allenamenti. Nessuno dei rapporti professionali dell’attuale numero due al mondo ha superato la durata di un anno, il game over con Lendl arrivò dopo undici mesi e a nulla valse il successo alle ATP Finals del 2018. L’unico che riuscì a toccare le corde giuste fu David Ferrer, con Sascha che conserva un buon ricordo dell’attuale capitano della nazionale spagnola che lo allenò fino al 2021: “A parte mio padre, è l’unico che mi ha davvero aiutato. Con gli altri non posso dire che sia stato un successo”. Becker o no, staremo a vedere chi dovrà gestire il carattere fumantino del tedesco e guidarlo nel 2025 al tanto agognato primo titolo Slam.

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