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Politici in piazza a Natale: il probabile voto a marzo spinge la volata elettorale a Monfalcone

Non c’è niente di più politico di un gazebo col vessillo che ondeggia nell’aria. Non c’è niente di più natalizio di una casetta in legno al cui davanzale sporgono bijou e vin brulé. La combo gazebo-casetta, invece, a Monfalcone non s’era mai vista e resta, per certi versi, indecifrabile.

Fatto sta che sabato mattina attorno alle 11 quest’abbinata singolare è andata in scena in piazza della Repubblica ed è un segnale lampante che i cittadini devono tener sotto mano la scheda elettorale, poiché si potrebbe andare al voto ben prima di quanto si pensa.

Lo conferma il capogruppo della Lega, al governo in Regione, Antonio Calligaris: «È appena passata la norma che anticipa la finestra al 30 marzo». Una domenica. Quella delle amministrative a Monfalcone? Dopotutto, le spinte sotterranee del Carroccio, in antitesi all’election day accarezzato nel 2026 da Giorgia Meloni e qualcun altro in Friuli Venezia Giulia, non sono mistero. «È una possibilità – ammette a denti stretti Calligaris – ma non è ancora deciso. Sono cose che spettano alla giunta». Pacifico.

Sabato però, intanto, Lega e Alleanza Verdi Sinistra sono scese in campo, ognuna con i suoi leitmotiv. Per il Carroccio, davanti a una trentina di simpatizzanti con diversi addetti ai lavori, s’è presentata l’eurodeputata Anna Cisint (affiancata dal papabile Luca Fasan).

Che s’è sperticata nella difesa d’ufficio del ministro e leader politico Matteo Salvini, fra pochi giorni a processo «per aver difeso i confini del nostro Paese», non senza lesinare parole sul tema dei ricongiungimenti e le detrazioni per i familiari all’estero, temi cari appaiati al nuovo filone dello sfruttamento dei lavoratori vessati dal caporale, argomento da anni noto sul territorio, denunciato dai sindacati e combattuto dalle forze dell’ordine, con l’aspetto inedito (sempre da lei denunciato e invece smentito dai diretti interessati) circa un presunto «pizzo» versato per sostenere attività legate al culto.

Cisint al banchetto ha usato precisamente il termine «mafia», ripercorrendo l’inchiesta portata avanti dal talk politico “Fuori dal coro” di Rete4 e descrivendo le immagini andate in onda. Ha ribadito il concetto anche in un comunicato poi trasmesso: «Siamo davanti a un “sistema mafioso” che estorce denaro ai poveri lavoratori per riversarli nelle casse del centro islamico e non sappiamo per farci cosa».

Dichiarazioni, quelle dell’europarlamentare, non suffragate da alcuna indagine al momento nota agli organi di stampa. E recisamente già negate dal presidente onorario di uno dei due centri, Bou Konate, che ha dato mandato a un legale di tutelare l’immagine di queste realtà, nel mirino del servizio del programma tv. «Invito tutti i cittadini a conoscenza di fatti a segnarceli, anche in maniera anonima, contattando il numero verde attivato dal Comune 3336617503 – ha concluso nella nota –. Trovo scandaloso che la sinistra e alcuna stampa parli d’altro e faccia finta di ignorare ciò che sta accadendo. Inulte presentarsi alle celebrazioni del 23 maggio e ora stare zitti». Si riferisce alla Giornata della legalità, nella commemorazione di tutte le vittime di mafia.

A margine Cisint ha prospettato l’intenzione di presentare, attraverso il canale del senatore Marco Dreosto e altri rappresentanti della Lega, una proposta di legge per «mappare tutti i centri islamici, promuovere la trasparenza dei loro bilanci e creare un registro degli imam, esattamente come avviene anche per i sacerdoti cattolici». Dovrebbe vedere il deposito a febbraio, in tempo utile anche per la campagna elettorale.

Dalle parti del centrosinistra invece a dar manforte Alessandro Saullo, consigliere comunale, e l’omologa regionale Serena Pellegrino, che hanno focalizzato volantini e attività sul tema sensibile dell’amianto. «Certo che se Cisint – ha commentato l’esponente della Sinistra – è al lavoro da un anno su questi temi a Roma, direi che ha prodotto pochino, dato che l’impianto del decreto-vergogna sui fondi è rimasto fin qui intatto, al netto dell’intenzione dichiarata di sposare i propositi del vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio». Tra le proposte di Alleanza Verdi Sinistra «una tassa giusta su chi ha un patrimonio oltre i cinque milioni», per trovare le risorse necessarie ad affrontare la crisi climatica (solo così 15 miliardi di euro l’anno).

Quanto ai primi gadget che si sono affacciati sul salotto buono vestito di rosso e bianco, nei colori natalizi: i braccialetti in caucciù targati Lega e le cartoline per «auguri di pace», con il messaggio di stop alle spese militari, a sinistra.—

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