Ivrea, Alessandro, campione di freccette elettroniche: «Ho cominciato per caso dodici anni fa»
IVREA. Diciotto volte sui podi regionali a livello di squadra, 11 a livello singolo in appena 12 anni di pratica nell’open dart, le freccette elettroniche. Ne ha fatta di strada Alessandro Succo, 45 anni, di Ivrea, della società Beer Team capitanata da Ilario Cignetti e giocatore di categoria A Élite (la più alta), ma ora il campione eporediese non vuole certo accontentarsi, sia perché l'open dart non pone limiti d'età e, poi, aspetto tra i più importanti, l’ambiente che sia un pub, un ristorante, un hotel o un salone è sempre estremamente conviviale, al di là della sana competizione.
Come si è avvicinato al mondo delle freccette elettroniche?
«Sono stato scoperto da amici, 12 anni fa durante una festa. Vedendomi tirare le freccette mi hanno detto che ero portato convincendomi ad entrare in questo meraviglioso mondo. Da allora ne faccio parte con grande orgoglio e felicità. Nel corso di questi anni ho cambiato diverse squadre, più che altro per esigenze logistiche. Il periodo più lungo è stato alla Stella Bianca di Alex Bessolo a Bessolo, frazione di Scarmagno con la squadra Old Dart Team, poi sono passato ai Black Mamba (Scarmagno) ed infine alla Beer Team di Viverone capitanata da Cignetti».
Quali sono stati i traguardi più significativi?
«Qualche anno fa sono andato a fare le selezioni a Padova e, dopo due giorni di gioco, sono riuscito ad entrare con grande soddisfazione nel team italiano che andava a giocare gli Europei in Croazia. Sono poi arrivato quinto italiano nella categoria Dart Master serie A ad Arezzo e, sempre tra i Dart Master a livello regionale sono salito tre volte sul podio. Altro importante traguardo l'ho ottenuto lo scorso anno quando, a livello interregionale, sono arrivato primo a Como, dopodiché sono anche riuscito ad entrare nella Rappresentativa italiana che ha giocato in Slovenia, Spagna e un paio di settimane anche in Portogallo. In Slovenia ho maturato una bellissima esperienza, così come ho fatto a Saragozza e ad Albufeira due settimane fa. La rappresentativa era composta anche da Emanuele Garcea, Marco Di Lorenzo ed Alessandro Gulotta, un gruppo di amici prima che di giocatori».
Chi sono le figure più importanti in questo sport per lei?
«Durante ogni trasferta, soprattutto, sono molto importanti la mia compagna Giada, nostro figlio Nathan per il supporto morale, oltre a Barbara Pattaro, responsabile open dart di Piemonte, Valle d'Aosta e Lombardia e del suo compagno Alessandro Bruno, sempre disponibili, e che ci hanno sempre sostenuto in tutto».
Qual è la tipologia di allenamento che svolge?
«Essenzialmente di due tipologie: il primo tecnico ed il secondo mentale. Per quanto riguarda il primo aspetto, è importante allenarmi sempre puntano ad affinare la tecnica, cercando la concentrazione come se fossi in gara, con la pressione che è sempre gestita nel modo migliore. Sul secondo aspetto: mi sono affidato a un mental coach, Lorenzo Buccolo, persona qualificata ed abilitata. Ha stabilito le percentuali per essere un giocatore competitivo: 10% fortuna, 30% parte tecnica, altro 30% matematica, visto che bisogna calcolare sempre bene la traiettoria della freccetta e fare i conteggi sulle zone dove va ad infilzarsi nel bersaglio e infine 30% testa».
Parliamo invece dell'atmosfera che si respira durante la gara. Com’è?
«Quando facciamo le gare, ma anche gli allenamenti pre gara, oltre all'aspetto sportivo, è anche importante il divertimento, che dovrebbe sempre essere alla base del gioco. In queste occasioni si diventa una grande famiglia, anche con altri giocatori dove il rispetto è sempre al primo posto, mentre per quanto riguarda le persone che si conoscono in tutta Europa è sempre molto bello trascorrere momenti insieme anche a tavola, dove si condivide tutto: si scoprono nuove culture, si fanno amicizie che possono durare anche nel tempo extra open dart. Tutto ciò mi motiva ogni giorno di più per non smettere con questo sport, che mi sta dando grandi soddisfazioni, sotto tutti i punti di vista».