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Povera Angela. Merkel da Fazio: “Putin mi faceva i dispetti, Trump non mi strinse la mano” (video)

Povera Angela: Merkel da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” (CTCF) sul Nove, fa la promozione al suo libro di memorie “Libertà” (Rizzoli) e si lamenta di come l’hanno trattata male il presidente russo Putin e il presidente americano Trump. Parole al miele invece per Barack Obama. L’ex cancelliera tedesca si concede alla trasmissione italiana riservando qualche gossip gustoso. Ma anche le sue impressioni sulla politica estera e sul conflitto in Ucraina.

“Putin ha invaso l’Ucraina anche per colpa del Covid”

“No, non me l’aspettavo così, devo dirlo sinceramente. Mi aspettavo che Putin avrebbe continuato ad aggredire in qualche modo l’Ucraina, il Donbass, ma che avrebbe attaccato l’Ucraina con questa brutalità non me lo sarei mai aspettata”, dice la povera Angela. “Credo che anche il Covid abbia creato condizioni sfavorevoli, abbia accentuato uno sviluppo sfavorevole in questo senso”, ha teorizzato l’ex cancelliera tedesca. “Credo sia molto importante che l’Europa adesso agisca unita e anche la Nato lo faccia e sostengano l’Ucraina, perché non dobbiamo acconsentire a che Putin vinca questa guerra”, ha sottolineato Merkel.

Angela è tornata sui dispetti che le avrebbe fatto il presidente russo durante i loro incontri. “Ho dovuto pensare che l’avesse fatto apposta. Perché nella mia visita precedente al Cremlino nel 2006 avevo fatto sapere che ero stata morsa da un cane in passato e quindi avrei preferito che non portasse il suo cane. Quando è arrivato mi ha portato un grande cane di pelouche, me l’ha dato in mano e mi ha detto ‘ti regalo questo perché questo non morde’. Un anno dopo poi ha portato con sé questo cane vivo e vegeto e non credo avesse dimenticato quello che mi aveva detto solo un anno prima”.

Merkel da Fazio per presentare le sue memorie

L’ex cancelliera ne ha anche per Donald Trump.  “Quando sono arrivata alla Casa Bianca mi ha stretto la mano, poi eravamo nell’Ufficio Ovale e lui non mi ha più stretto la mano. Il presidente Trump ha la caratteristica di comunicare molto e di ottenere risultati anche con i suoi gesti: al mio collega Abe, giapponese, aveva stretto la mano per 19 secondi; invece, a me non l’ha stretta per niente e voleva che se ne parlasse, l’ha fatto per questo, voleva richiamare l’attenzione su questa cosa”. Per poi sottolineare la sua nostalgica preferenza per il predecessore di Trump: “Obama è stato un grande presidente degli Stati Uniti d’America, mi capivo bene con lui, potevamo discutere molto bene”.

 

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