Jakub Mensik: “Vedo similitudini tra me e Sinner”
Il giovane Jakub Mensik è una delle note più liete della stagione 2024. Il ceco ha appena portato a termine la sua prima stagione intera nel circuito, guadagnando la bellezza di 119 posizioni, che lo hanno issato al numero 48 del ranking mondiale. Il diciannovenne di Prostejov ha chiuso l’anno con 25 vittorie e 17 sconfitte, e sarà uno dei protagonisti delle prossime Next Gen ATP Finals 2024
Mensik è stato sorteggiato come terza testa di serie nel gruppo blu, assieme a: Arthur Fils, Learner Tien e Joao Fonseca. Alla vigilia delle finali di Jeddah il talento ceco ha concesso un’intervista all’ATP, dove si è destreggiato tra temi d’attualità, obbiettivi e fonti di ispirazione, come il nostro talento nostrano Jannik Sinner.
“La nuova generazione sta arrivando – ha affermato Mensik -. Con Sinner, Alcaraz e tutti gli altri giovani giocatori, quando mi allenavo per cercare di sbarcare sull’ATP Tour, ho potuto vedere il livello raggiunto da questo gruppo e questo aiuta. Il gioco è in continua evoluzione e tutti gli ex Next Gen, io e gli altri giocatori più giovani, stiamo portando qualcosa di nuovo.
“Mi piace molto Sinner. È un giocatore alto come me e si muove così bene. Vedo similitudini perché nonostante la mia altezza anch’io riesco a muovermi bene in campo. Anche per il diritto, ho una tecnica e uno stile simile a Jannik. Non posso essere come Alcaraz perché è più piccolo e più potente muscolarmente, io sono più magro. Quando vedi molti ragazzi alti sul tour, hanno un servizio importante e colpi potenti. Anche il mio servizio è un’arma notevole“, ha raccontato il tennista ceco.
“Le Next Gen Finals sono un grande evento. Penso che molti dei campioni del passato siano già in cima all’ATP Tour. Jannik è stato uno dei primi vincitori e aveva anche la mia età quando ha giocato l’evento, era al mio stesso livello e ora è il miglior giocatore del mondo. È bello anche vedere i nuovi giocatori che cercano di portare qualcosa di nuovo al tennis“.
Mensik si è poi soffermato sulle sue fonti di ispirazione. “I miei modelli? Tomas Berdych si allenava sempre dalle mie parti e quando ho iniziato a giocare a tennis, era al suo livello migliore, quindi ho iniziato grazie a lui. Lo guardavo quando ero a casa. Poi c’erano i Big 3 all’epoca e il mio preferito tra loro era Djokovic. È il mio idolo”.
Uno dei tratti che contraddistingue il ragazzo di Prostejov è la positività, il guardare sempre al bicchiere mezzo pieno: “Il mio motto è: non perdiamo mai perché imparo qualcosa. Sapevo che all’inizio la vita sul tour sarebbe stata super difficile. Ogni giorno, ogni settimana, fondamentalmente finisci per perdere perché alla fine del torneo può esserci solo un vincitore, ed è sempre così. È molto dura rimanere lì settimana dopo settimana per essere un campione. Il punto è avere fiducia nel processo. Lavorare sodo ogni giorno ed essere il migliore che posso, solo così un giorno sarai il vincitore”.