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Ucciso a Mosca il generale russo Kirillov: una bomba nel monopattino. Kiev rivendica l’attentato

Attentato a Mosca, a pochi passi dal Cremlino. Ancora un omicidio eccellente che colpisce ai fianchi l’establishment strategico russo. Il generale Igor Kirillov, comandante delle forze radiologiche, chimiche e biologiche dell’esercito russo – con responsabilità di difesa nucleare – e il suo vice sono rimasti uccisi nell’esplosione di una bomba nella capitale. Lo ha reso noto il Comitato investigativo russo, secondo cui «un ordigno esplosivo collocato su un monopattino elettrico parcheggiato vicino all’ingresso di un edificio residenziale è stato attivato questa mattina su Viale Riazanski a Mosca».

L’onda d’urto ha mandato in frantumi le finestre dell’abitazione situata di fronte a dove è esplosa la bomba. Di più: secondo un residente di una casa vicina, l’esplosione è avvenuta intorno alle 6.12 del mattino.

Mosca, ucciso il generale Kirillov. Kiev rivendica l’attentato: «Ordinò l’uso di armi chimiche»

E a stretto giro arriva anche la rivendicazione dell’attentato mortale, con i servizi segreti ucraini (Sbu) che hanno avocato la responsabilità delle due uccisioni. Una fonte dell’intelligence di Kiev ha detto all’Afp: «L’attentato con una bomba condotto oggi contro il generale Igor Kirillov è un’operazione speciale dello Sbu». Un agguato che ha colpito in una zona che si trova a circa 7 km dal Cremlino, dal virulento valore simbolico anche nelle immagini che, diffuse sui canali Telegram, mostrano due corpi a terra, davanti all’ingresso di un edificio.

Nell’ordigno che ha ucciso il generale l’equivalente di 300 grammi di tritolo

L’ordigno, equivalente a 300 grammi di tritolo, secondo quanto riferisce l’agenzia Tass, è stato attivato con un comando a distanza. Gli artificieri giunti sul luogo dell’esplosione hanno raccolto tutti gli elementi e hanno ispezionato l’area per verificare che non ci fossero altri esplosivi. E al momento sono in corso delle indagini per accertare con chiarezza e certezza quanto accaduto.

Chi era il generale Kirillov: accuse e contro-accuse tra Mosca e Kiev

Kirillov era delle forze speciali di difesa identificate dalla sigla RKhBZ e chiamate e intervenire in caso di attacchi con materiale radioattivo, chimico e biologico. Il generale russo era considerato dai servizi di sicurezza ucraini (Sbu) responsabile degli attacchi condotti con armi chimiche nella guerra in corso da oltre 1000 giorni. E proprio ieri era stato condannato in contumacia da un tribunale ucraino.

Per Kiev ordinò l’uso di armi chimiche: ma Mosca contrattacca

Non solo. Kirillov era stato sanzionato a ottobre dal governo britannico proprio «per il dispiegamento di armi chimiche in Ucraina». L’accusa, formulata per prima dall’agenzia dei servizi segreti ucraini (Sbu), è sempre stata respinta come «assurda» da Mosca. Accuse che ancora oggi Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, insiste a respingere. Contrattaccando a ridosso dell’attentato, asserendo: «Il generale Kirillov ha lavorato senza paura. Non si è mai nascosto, ha camminato a testa alta. Per molti anni ha sistematicamente denunciato, con prove, i crimini degli anglosassoni: le provocazioni della Nato con armi chimiche in Siria. Le manipolazioni della Gran Bretagna con sostanze chimiche proibite. E le provocazioni a Salisbury e Amesbury».

Un profilo, quello della vittima, rilanciato in queste ore dal giornale russo Kommersant che sul proprio sito scrive: Kirillov «è colui che ha denunciato durante i suoi briefing i laboratori americani di armi biologiche in Ucraina». E che «il generale non era la figura più importante nell’operazione speciale russa in Ucraina», ma la sua uccisione è «un crimine senza precedenti commesso a Mosca».

 

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