Israele, il ministro della cultura vuole punire una compagnia di danza che ha usato la bandiera palestinese
Il Ministro della Cultura minaccia di revocare i finanziamenti alla Batsheva Dance Company per l’uso della bandiera palestinese nello spettacolo
Il Ministro della Cultura israeliano, Miki Zohar, ha chiesto al Ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, di verificare se la Batsheva Dance Company abbia violato i criteri per i finanziamenti statali, a causa di una performance che includeva l’uso della bandiera palestinese.
In una lettera inviata a Smotrich, Zohar ha riferito di aver ricevuto “numerose lamentele da spettatori dello spettacolo, che hanno affermato che, nel segmento finale, sono state sventolate tre bandiere palestinesi sul palco e gettate verso il ballerino principale in un gesto che simulava sudari.”
Zohar ha scritto: “Mi rattrista vedere che, a un anno dal più orribile massacro nella storia del nostro Paese, ci sono già coloro che dimenticano i nostri ostaggi nei tunnel di Hamas e i soldati che combattono su tutti i fronti, sventolando con audacia una bandiera contraria allo Stato di Israele.”
Secondo Channel 12, la bandiera palestinese era solo una tra circa 40 altre utilizzate nella performance. Zohar ha inoltre affermato che si trattava di un nuovo spettacolo della compagnia di danza, ma in realtà si trattava di Anafaza, un’opera iconica della Batsheva Dance Company presentata per la prima volta nel dicembre 1993.
La Batsheva Dance Company ha risposto con una dichiarazione esprimendo tristezza per la lettera di Zohar:
“Non c’è alcuna ragione per negare il budget secondo la legge sul bilancio. L’uso della bandiera palestinese, insieme a decine di altre bandiere, è avvenuto in un contesto artistico ampio.”
Precedenti richieste di Zohar
All’inizio del mese, Zohar aveva chiesto a Smotrich di esaminare la possibilità di negare i finanziamenti al Tel Aviv Cinematheque, accusandolo di proiettare film “estremisti” durante il Festival della Solidarietà. Secondo Zohar, alcuni film proiettati durante il festival avrebbero diffamato i soldati dell’IDF, criticato lo Stato di Israele e promosso l’identità palestinese nei residenti arabi delle città miste.
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