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Il tempo di Martinez Quarta in questa Fiorentina è giunto al termine?

Sono un giocatore tecnico, spero di essere pronto per questa sfida. Così, nell'ormai lontano 23 ottobre 2020, Lucas Martinez Quarta si presentava al mondo Fiorentina. Oggi, più di quattro anni dopo, siamo qui a porci la domanda: Il tempo di Martinez Quarta in questa Fiorentina è finito?  Quarta ha vissuto, se vogliamo, tre ere di Fiorentina: dalla gestione Iachini, difensivista e di posizione, a quella Italiano, offensiva e rivoluzionaria, fino alla nascente era Palladino, malleabile e funzionale. Se a Firenze voleva scrivere la sua storia quello certamente Martinez Quarta lo ha fatto. Un difensore con queste caratteristiche, nella storia recente, da queste parti non se sono visti molti (LA SUA CONFERENZA DI PRESENTAZIONE). Arriva a questo ritiro estivo quasi da vero capitano della squadra, vi ricordate la sua stagione nell'ultima annata di Italiano? 42 presenze, 8 reti, 2 assist; e non dimentichiamoci, fresco di rinnovo fino al 2028 (il 3 giugno scorso): sintomo che, lui, nel progetto Fiorentina, non ha mai smesso di crederci. Non a caso, quest'estate, almeno fino alla prima di campionato, la sua titolarità non è mai stata messa in discussione, anche dallo stesso Palladino. Alla fine, nella difesa a tre progettata da allenatore e società, un centrale capace, almeno sulla carta, di gestire il pallone, portarlo in avanti e addirittura segnare appare come unico e perfetto; l'ideale per creare una linea difensiva complementare. La sua prestazione nell'esordio in campionato a Parma, ha lasciato però tutti molto perplessi. Tante palle perse, accompagnate da giocate goffe e prevedibili. Certo, dalla sua ci sono tante scusanti, un nuovo assetto di gioco ancora da rodare e una condizione atletica non ancora delle migliori (abbiamo più volte sottolineato come Palladino abbia forzato la mano sull'aspetto atletico durante il periodo estivo). Non a caso, la Fiorentina di quest'anno l'abbiamo sempre chiamata cantiere aperto, infatti le certezze di questa squadra si sono costruite via via, di partita in partita. Prima l'indiscussa titolarità di De Gea e Gosens (al posto di Terracciano e Biraghi), poi il cambio modulo (al posto dello stufato 3-4-2-1) e, conseguentemente a ciò, la formazione della coppia difensiva Ranieri-Comuzzo (al posto di Pongracic e Quarta). Attenzione, solidità e freddezza: questo è quello che Palladino (o meglio dire questa Fiorentina) necessita avere dalla sua linea difensiva. Quarta, in questo senso, scivola nelle gerarchie: il suo modo di giocare è stato interpretato evidentemente come fin troppo anarchico e altalenante. Esempio lampante, la partita di San Gallo, dove prima mette nei guai la Fiorentina e poi rimedia col suo solito stacco aereo in area di rigore avversaria. Squadra che vince non si cambia. A suo sfavore arieggia su di lui anche questo detto che Palladino ha comprensibilmente voluto seguire. Questo vuol dire che Quarta sia inferiore a Comuzzo e Ranieri? Potenzialmente, la coppia titolare non è la più forte che la Fiorentina ha disposizione, ma è la più efficace, affiatata e funzionale che questa squadra può avere. Ecco che, in apertura, parlavamo di tempo finito in questa Fiorentina. Insomma, ad oggi, Martinez Quarta è relegato al ruolo di centrale di coppa, anche se, anche per quel ruolo, la concorrenza comincia a farsi sentire: c'è un Pongracic (pagato 15 milioni, dunque profilo sul quale Palladino vuole puntare) in ripresa, un Valentini in arrivo e un Moreno in crescita (altro profilo scelto quest'estate, più giovane e con più margine per adattarsi alle richieste difensive di questa Fiorentina). Le sue presenze Quarta comunque le colleziona, 16 al momento, ma la Fiorentina pare stia prendendo un sentiero che non combacia più con quello dell'argentino. Per Italiano era il centrale perfetto, giocava quasi da 10 in possesso (e di possesso quella Fiorentina ne aveva molto), segnava e aveva libertà di muoversi; in questa Fiorentina, fredda ed funzionale, col mirino puntato solo sull'obiettivo, per la sua creatività in campo non sembra esserci più spazio. Palladino non lo ha accantonato, ha provato a lavorarci ed inserirlo provandolo anche mediano. Anche quello, però, è un altro ruolo molto delicato dove non ci si può permettere di sbagliare (vedi la prima rete dell'Empoli in Coppa Italia). Come si suol dire, Palladino sembra averle provate tutte. Non a caso, si parla già di mercato. Il contratto, come ricordato scade nel 2028, dunque è un profilo su cui la Fiorentina vuole monetizzare. In Europa è sicuramente un centrale unico, atipico e dunque, per chi ne necessita, il prezzo non può che essere alto. La Fiorentina su di lui ha investito 13 milioni nel 2020; presumibilmente, non lo lasceranno partire per cifre inferiori. In questa prima parte di stagione, in un modo o nell'altro, ne è stato comunque custodito il valore del cartellino. Non è stato accantonato, ma, per quanto possibile, integrato e provato in più ruoli e combinazioni possibili. Cosa resta oggi di Lucas Martinez Quarta? Nei ricordi tanto, nella pratica non molto. I protagonisti del ciclo di Italiano li abbiamo visti piano piano dissolversi: Milenkovic, Bonaventura, Biraghi, Terracciano. Ecco, lui è forse l'ultimo baluardo rimasto, e forse l'ultimo ad arrivare alla loro stessa fine.

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