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Open Arms, Salvini: per 3 anni gli intellettualoni dem hanno detto solo sciocchezze. Ora separazione delle carriere

Il giorno dopo la sentenza di assoluzione con formula piena per Salvini sul caso Open Arms, per l’ex ministro dell’Interno arriva i momento della soddisfazione e del bilancio, del sollievo e del riconoscimento, giuridico e politico, di convinzioni e scelte. L’assoluzione nel processo «è il segno che ho fatto il mio dovere e mi ripaga di tante amarezze», ha commentato a caldo Salvini. Del resto oggi, allo stato dei fatti e dei verdetti pronunciati – oltre che delle ultime, tragiche vicende che arrivano dalla Germania in queste drammatiche ore – si può dire chiaro e tondo: l’immigrazione deve essere controllata e regolamentata per il bene di tutti, anche dei migranti, oltre che per la sicurezza e la tenuta sociale dei Paesi chiamati ad accogliere e ospitare.

E allora non stupisce, anzi ce lo si aspettava, che il giorno dopo l’assoluzione nel processo Open Arms Matteo Salvini tornasse a parlare della vicenda, e lui lo ha fatto  incontrando la stampa a Roma che il vicepremier e ministro delle Infrastrutture non ha deluso. Anzi, ha confermato le aspettative di chi, da lui, si aspettava commenti e retroscena, pensieri e sassolini a pioggia da far venire giù da scarpe scomodamente indossate troppo a lungo.

Salvini espone lo striscione “Il fatto non sussiste” e attacca la sinistra

Esordendo con il dire: «Non sono abituato a fuggire dalle mie responsabilità a differenza di altri… E quando faccio una cosa ci metto la faccia. Non sono abituato a cercare capri espiatori o colpevoli. In quel Tribunale ho sempre detto “rivendico tutto quello che ho fatto e se dovete prendervela con qualcuno, prendetevela con me.”»… Il giorno dopo l’assoluzione nel processo Open Arms, Matteo Salvini è a Largo Argentina, a Roma, per incontrare i cittadini. Appena arrivato è assediato da giornalisti e tv. C’è qualche parlamentare come l’ex magistrato Simonetta Matone. C’è Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del Lavoro. Ci sono simpatizzanti, qualche militante.

«Gli intellettualoni di sinistra per tre anni hanno scritto sciocchezze o raccontato sciocchezze in tv…»

Gli consegnano uno striscione con la maxi-scritta “Il fatto non sussiste”, che Salvini, sorridente, espone davanti a telecamere e obiettivi dei fotografi. Poi il leader della Lega torna a ribadire tutta la sua soddisfazione per aver difeso i confini dell’Italia: «Essere assolti perché il fatto non sussiste vuol dire che gli intellettualoni di sinistra per tre anni hanno scritto sciocchezze o raccontato sciocchezze in tv…».

«Ora separazione delle carriere e responsabilità civile delle toghe»

E non solo. Perché sempre sul dibattimento che si è concluso ieri Salvini non ha mancato di puntualizzare quanto sia stato «un processo che è costato diversi milioni di euro». E su cui pare peraltro che la Ong in questione non voglia mollare la presa, ricorrendo «in appello. Ieri avevano i musi lunghi», ha raccontato l’ex titolare del Viminale. Ma, ha subito proseguito, quella appena emanata «è una sentenza secondo me giusta, che mi aspettavo». E ancora: «Devo dire che ieri in tribunale a Palermo ho visto una corretta, giusta e sana separazione di chi giudica rispetto a chi indaga. Ma non sempre è così. Quindi, ora la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei magistrati per chi sbaglia con dolo è fondamentale». Concludendo quindi con un’invocazione che è anche una dichiarazione d’intenti: «separazione delle carriere e responsabilità civile per i magistrati», ha invocato il vicepremier e leader della Lega nella circostanza.

La telefonata tra Pier Silvio Berlusconi e Matteo Salvini

Ma c’è di più. Perché sul punto in oggetto Salvini ha reso noto alla platea di una telefonata intercorsa tra lui e l’amministratore delegato di Mediaset Pier Silvio Berlusconi. Anzi, meglio: di una «cordiale telefonata» arrivata dopo l’assoluzione con formula piena con cui si è concluso il processo Open Arms che vedeva imputato Salvini. Un colloquio che il ministro ha particolarmente apprezzato, e una circostanza su cui la Lega in una nota ha precisato: «Il ministro ha particolarmente apprezzato l’attenzione e la gentilezza di Pier Silvio Berlusconi, e ha ricordato con grande affetto le battaglie per una Giustizia giusta affrontate da Silvio Berlusconi e che il centrodestra vuole portare a termine», conclude la nota.

Salvini, «Meloni è stata una delle prime a chiamarmi». «Di Conte lo smemorato mi interessa poco»

Di contro, invece, ha rimarcato Salvini, «non ho sentito Conte. A me, onestamente, di Conte lo smemorato mi interessa poco. Gli faccio gli auguri di Natale perché non voglio il male di nessuno», ha ribadito Salvini parlando a Largo Argentina con i giornalisti. Così come non ha mancato di rilevare come la premier Meloni sia stata «una delle prime a chiamarmi. Devo dire che mi ha fatto piacere ricevere anche tanti messaggi di politici di sinistra: sindaci, governatori, parlamentari ed ex ministri, perché un conto è la battaglia politica. Un conto è volere il male degli altri… Non riesco ad augurarmi di vedere Conte, Renzi o Schlein in galera… Neanche se mi sforzo ci riesco. Oggi poi – conclude sul punto il leader del Carroccio – è una bella giornata: sono in ufficio, e domani abbraccerò i miei figli»…

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