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Fico a colloquio da Putin: è l’unico leader Ue dopo Orban. “Al centro la questione del gas russo”

È stato l’unico leader europeo, dopo Viktor Orban, a incontrare Vladimir Putin dall’inizio della guerra in Ucraina. Il premier slovacco Robert Fico ha visto a Mosca il presidente russo: al centro del faccia a faccia, ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, c’è “naturalmente” la questione del transito del gas russo. La Slovacchia ha espresso le proprie preoccupazioni dopo l’annuncio di Kiev dello stop al transito del gas russo sul proprio territorio a partire dal primo gennaio e Bratislava è pronta a cercare nuove vie di approvvigionamento. “Non prolungheremo” l’accordo di transito verso l’Europa, “non daremo la possibilità a Mosca di guadagnare altri miliardi sul nostro sangue e sulla pelle degli ucraini”, aveva annunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Consiglio europeo del 19 dicembre. La conferma è poi arrivata anche da Putin, il giorno dopo nella conferenza stampa di fine anno: il contratto quinquennale scadrà il 31 dicembre e non verrà rinnovato.

Una decisione che non è piaciuta a Ungheria e Slovacchia, che dipendono fortemente dal gas russo. Fico è poi sulla stessa linea di Viktor Orban, che imputa a Kiev il mancato raggiungimento di un’intesa per i colloqui di pace, e ha interrotto gli aiuti all’Ucraina dall’inizio del nuovo mandato da premier, un anno fa. Da ultimo ha anche accettato l’invito di Putin alle cerimonie di maggio a Mosca per gli 80 anni della vittoria sul nazismo. I media di Bratislava scommettono sul raggiungimento di una intesa con Putin sul gas. Un altro leader che vuole incontrare “al più presto” lo zar è Donald Trump: “Una delle cose che voglio fare rapidamente è incontrare il presidente Putin e anche lui è d’accordo”, afferma il presidente eletto che ribadisce la necessità di mettere fine “rapidamente” alla guerra in Ucraina.

Chi è Robert Fico – È presidente del governo slovacco dal 25 ottobre 2023. Filorusso, contro le armi a Kiev e l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, duro con i migranti, chiuso a ogni concessione sul fronte dei diritti Lgbt e delle nozze gay, Fico ha abbandonato ogni sfumatura europeista dell’inizio della sua carriera politica per abbracciare, col tempo, posizioni sempre più nazionaliste. Avvicinandosi più a Budapest che a Bruxelles e diventando una spina nel fianco dell’Europa: insieme a Viktor Orban, è diventato un potenziale ostacolo per le decisioni a maggioranza dei 27. Nella sua ultima campagna elettorale ha attaccato più volte l’Ue per il sostegno a Kiev ma anche per le sanzioni a Mosca. E da sempre si è opposto all’adesione dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica, ribadendo la sua posizione solo quando ha annunciato che Bratislava (che nella prima fase della guerra aveva contribuito con meno dell’1% allo sforzo europeo), non avrebbe più fornito armi a Zelensky.

(immagine di repertorio)

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