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Dal Franchi al Franchi: Bove e l’abbraccio dei tifosi 22 giorni dopo

Sono state ore, giorni, settimane difficili per tutto il mondo del calcio, ma soprattutto per i colori viola. Firenze è una città romantica e passionale per definizione, e questa passione si riflette in tutto, dall'amore per l’arte a quello per la Fiorentina. Chi arriva da fuori lo nota subito: il legame tra Firenze e la sua squadra è unico, viscerale, assoluto. Edoardo Bove, ragazzo romano, lo ha capito immediatamente, ha abbracciato la città e ciò che rappresenta. Ama esplorarne ogni angolo, scoprire nuovi posti, anche da solo. È entrato nel mondo viola come se fosse sempre stato parte di esso. “Devi sapere che noi non ti lasceremo mai da sola”, il suo esordio sui social. Alla fine è stato lui a non essere lasciato solo, mai. Domenica 1 dicembre poteva essere qualcosa di indimenticabile: lo è stato, ma non nel senso che intendevamo. “Un giocatore della Fiorentina a terra”, e quelle immagini che abbiamo guardato e cercato di raccontare con apprensione. “Forza Edoardo, Firenze è con te”. Una frase semplice ma potente, che racchiude l’anima di questa città, capace di trasformare il dolore in forza collettiva. Adesso Edoardo sta meglio: da De Gea il giorno dopo all'agente Tavano ieri, è diventato una sorta di mantra, e prima le dimissioni, poi il Viola Park; oggi allo stadio, 22 giorni dopo. Non sul campo, non ancora per lo meno, e chissà dove un domani. È una pennellata, quella viola, ancora troppo breve per essere giusta, ma indelebile in questo quadro che nonostante tutto è ancora appeso alla parete. Un giorno alla volta, Edo.

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