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Tilman Fertitta sarà il prossimo ambasciatore Usa a Roma

Donald Trump ha ufficialmente scelto il nuovo ambasciatore americano a Roma. Si tratta di Tilman Fertitta. “Tilman è un affermato imprenditore, che ha fondato e costruito una delle principali società di intrattenimento e immobiliari del nostro Paese, che impiega circa 50.000 americani”, ha dichiarato il presidente americano in pectore. “Tilman ha una lunga storia di impegno verso la comunità attraverso numerose iniziative filantropiche, che includono enti di beneficenza per l'infanzia, forze dell'ordine e la comunità medica”, ha aggiunto. La nomina dovrà essere ratificata, l’anno prossimo, dal Senato.

Magnate texano, Fertitta è presidente e Ceo di Landry, una grossa società di alberghi, ristoranti e casinò, che vanta un fatturato di circa tre miliardi di dollari. È inoltre il proprietario degli Houston Rockets, squadra di basket di Houston che compete nella Nba. Amico di Trump e storico finanziatore del Partito repubblicano, Fertitta è anche un buon amico del senatore democratico dell’Arizona, Mark Kelly: una circostanza, questa, che potrebbe favorire la conferma della sua nomina alla camera alta. Nel 2020, Fertitta fu, tra l'altro, nominato dal governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, in una commissione incaricata di riaprire progressivamente le varie attività dello Stato a seguito della pandemia di Covid-19.

Con ogni probabilità, saranno due i principali dossier sul tavolo del nuovo ambasciatore americano in Italia. Innanzitutto la questione cinese. Nel 2020, la prima amministrazione Trump espresse notevole preoccupazione per l’avvicinamento che il governo Conte II aveva promosso nei confronti di Pechino. Stavolta, la situazione è differente, anche perché, l’anno scorso, Giorgia Meloni non ha rinnovato il controverso memorandum sulla Nuova via della seta. Fertitta risulterà quindi verosimilmente la figura di raccordo tra la nuova amministrazione americana e Palazzo Chigi nell’ulteriore rafforzamento delle relazioni transatlantiche.

Il secondo dossier sarà invece quello del Mediterraneo allargato. L’attuale governo italiano ha chiesto alla Nato maggiore attenzione per il suo fianco meridionale, anche per contrastare le mosse di Mosca e Pechino in Nord Africa e nella regione del Sahel. Inoltre, non è escluso che Trump voglia estendere al Maghreb gli Accordi di Abramo. Uno scenario, questo, in cui la Meloni, grazie soprattutto al Piano Mattei, potrebbe ritagliarsi un ruolo di mediazione specialmente con Tunisi e Tripoli. Anche in quest’ottica, la figura di Fertitta potrebbe rivelarsi particolarmente importante: potrebbe, in altre parole, facilitare il gioco di sponda tra Trump e la Meloni sulle questioni inerenti al Mediterraneo allargato e al fianco meridionale dell’Alleanza atlantica.

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