Nuove sanzioni Usa agli Huthi mentre l'economia dello Yemen è allo stremo
Lo scorso 21 dicembre gli Stati Uniti hanno annunciato di aver colpito obiettivi nella capitale dello Yemen, sotto il controllo dei ribelli Huthi, poche ore dopo che un missile lanciato dagli stessi ribelli, sostenuto dall'Iran, aveva causato 16 feriti nella città di Tel Aviv, nel cuore d'Israele e si è trattato del secondo attacco di questo tipo nel corso della settimana. Tra gli obiettivi delle forze statunitensi «c'era un centro di stoccaggio di missili Houthi e una struttura di comando e controllo», ha affermato il Comando centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) in una dichiarazione. A poche settimane dall'insediamento del presidente eletto Donald Trump, che ha già annunciato il suo programma di sanzioni durissime contro l’Iran denominato “Massima pressione 2.0” lo scorso 19 dicembre gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro entità legate all'Iran e ai suoi alleati Huthi nello Yemen. «Oggi, gli Stati Uniti stanno prendendo provvedimenti per arginare il flusso di entrate che il regime iraniano usa per sostenere il terrorismo all'estero, così come per opprimere il suo stesso popolo. Il Dipartimento di Stato sta imponendo sanzioni a quattro entità impegnate nel commercio di petrolio iraniano e sta identificando sei navi come proprietà bloccate», si legge nella dichiarazione del Dipartimento del Tesoro.
Le sanzioni USA
Le sanzioni colpiscono individui, aziende e navi coinvolte nel commercio di petrolio e prodotti petrolchimici iraniani, una fonte fondamentale di reddito per la leadership di Teheran. Secondo il Dipartimento del Tesoro statunitense, questi fondi sono utilizzati per sostenere il programma nucleare iraniano, sviluppare missili balistici e finanziare gruppi proxy come Hezbollah, Hamas e gli Huthi. Inoltre, il Tesoro ha designato la prigione iraniana di Ghezel Hesar «per gravi violazioni dei diritti umani». La designazione, effettuata ai sensi della Sezione 106 del Countering America's Adversaries Through Sanctions Act (CAATSA), identifica la prigione «come responsabile di trattamenti o punizioni crudeli, inumani e degradanti nei confronti di individui in Iran che esercitano il loro diritto alla libertà di espressione, riconosciuto a livello internazionale».Le navi sanzionate includono la petroliera MS ENOLA, battente bandiera di Gibuti, di proprietà della Journey Investment Company; la MS ANGIA, battente bandiera di San Marino; e la MS MELENIA, battente bandiera di Panama. Queste due coem scrive la Reuters sono gestite e operate dalla Rose Shipping Limited, registrata in Liberia e Grecia. Oltre a prendere di mira le navi, il Tesoro ha imposto sanzioni a 12 individui coinvolti in attività di approvvigionamento e finanziamento degli Houthi. Tra loro c'è Hashem Ismail Ali Ahmad al-Madani, capo della banca centrale allineata agli Huthi a Sanaa. Questi individui sono accusati di essere coinvolti nel traffico di armi, nel riciclaggio di denaro e nella spedizione illecita di petrolio iraniano a favore degli Houthi. Le sanzioni prevedono il congelamento di tutti i beni e degli interessi negli Stati Uniti delle parti designate. Inoltre, le persone e le entità statunitensi che intrattengono rapporti con questi soggetti rischiano sanzioni o misure legali, incluse molte. Nonostante ciò, l'Iran continua a sostenere, in modo ingannevole, che il suo programma nucleare sia destinato esclusivamente a scopi pacifici.
Un paese poverissimo
Tornando allo Yemen il conflitto interno ha messo in ginocchio la già traballante economia yemenita tanto che secondo la Banca Mondiale il conflitto ha portato a una drammatica contrazione del 54% del PIL pro capite reale dello Yemen dal 2015, facendo sprofondare la maggior parte della popolazione nella povertà. Circa metà della popolazione, ovvero 17,4 milioni di persone, soffre di insicurezza alimentare. La frammentazione economica e il blocco imposto dagli Huthi alle esportazioni di petrolio hanno ulteriormente messo a dura prova l'economia, riducendo lo spazio fiscale e ostacolando la crescita. I tassi di malnutrizione in Yemen sono tra i più alti al mondo. Circa 2,7 milioni di bambini sono gravemente malnutriti, con quasi 600.000 che soffrono di grave malnutrizione acuta. Il sistema sanitario è sull'orlo del collasso, incapace di far fronte all'elevata domanda di servizi medici dovuta al conflitto in corso e alle difficoltà economiche. Il conflitto ha avuto un impatto grave sul capitale umano in Yemen. I tassi di mortalità giovanile sono aumentati, l'aspettativa di vita è diminuita e il livello di istruzione è basso. Un bambino che inizia la scuola a quattro anni può aspettarsi di completare solo 4,2 anni di apprendimento aggiustati entro i 18 anni, il che colloca lo Yemen tra i più bassi al mondo. Questo impoverimento del capitale umano avrà effetti negativi a lungo termine sulla ripresa e lo sviluppo del paese.
@riproduzione riservata