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Eddie Vedder, voce dei Pearl Jam, compie sessant’anni tra musica e passione

Il 23 dicembre 2024, Eddie Vedder ha spento sessanta candeline. Nato nel 1964 a Evanston, nell’Illinois, Edward Louis Severson III è diventato per il mondo intero il leader dei Pearl Jam e uno degli artisti più iconici della scena grunge. Ma la sua carriera non si ferma alla band che ha ridefinito il rock degli anni ’90: Vedder ha tracciato un percorso solista di rara intensità, mostrando un lato più intimo e sperimentale, lontano dalle sonorità a cui aveva abituato i suoi fan. Per celebrare questo traguardo, ecco alcune delle sue canzoni e collaborazioni più memorabili al di fuori dei Pearl Jam.

Un viaggio nelle terre selvagge: Into the Wild

Nel 2007 Vedder si misura per la prima volta con un progetto solista completo, componendo la colonna sonora di Into the Wild, il film diretto da Sean Penn che racconta l’incredibile viaggio di Christopher McCandless. Le undici tracce del disco, tutte impregnate di malinconia e introspezione, dialogano con le immagini del film, amplificandone l’impatto emotivo.

Tra i brani spiccano Hard Sun — cover del musicista canadese Gordon Peterson — e Guaranteed, una struggente riflessione sull’identità e il desiderio di libertà, premiata con il Golden Globe per la miglior canzone originale. «Don’t come closer or I’ll have to go/Holding me like gravity are places that pull/If ever there was someone to keep me at home/It would be you…», canta Vedder con una profondità che tocca l’anima. La colonna sonora, che include anche gioielli come Society e Rise, è considerata un capolavoro capace di vivere oltre la pellicola.

L’ukulele come linguaggio universale: Ukulele Songs

Quattro anni dopo, nel 2011, Vedder sorprende tutti con Ukulele Songs, un album costruito interamente intorno all’ukulele, uno strumento spesso relegato ai margini della musica mainstream. Nel disco, Vedder reinterpreta brani dei Pearl Jam come Can’t Keep e propone composizioni originali come Longing to Belong e Without You. Quest’ultima è una dichiarazione d’amore sincera e universale: «I’ll grow when you grow/Let me lose it up the blind fold/I’ll fly when you cry/Lift the side of this landslide».

Non mancano collaborazioni di spessore: Glen Hansard lo accompagna nel classico Sleepless Nights, mentre Cat Power duetta con lui in una versione incantevole di Tonight You Belong to Me.

Un nuovo capitolo: Earthling

Con Earthling (2022), Vedder torna a un sound più vicino alle radici rock, ma non senza sperimentare. Prodotto da Andrew Watt e arricchito da collaborazioni illustri, l’album include contributi di Stevie Wonder (Try), Ringo Starr (Mrs. Mills) ed Elton John (Picture). Tra i brani più significativi spiccano Long Way, una ballata che racconta il dolore della perdita, e Brother the Cloud, una commovente dedica al fratello scomparso: «Oh, I search the sky for a glimpse of his blue eyes/And there I find his image in the clouds»

Colonne sonore e collaborazioni indimenticabili

La carriera solista di Vedder non si limita agli album in studio. Nel 1995 firma con Nusrat Fateh Ali Khan le ipnotiche The Face of Love e The Long Road per il film Dead Man Walking – Condannato a morte, diretto da Tim Robbins. Nel 2001, presta la sua voce a una reinterpretazione di You’ve Got to Hide Your Love Away dei Beatles per il film Mi chiamo Sam. E nel 2010 accompagna Julia Roberts in Mangia prega ama con Better Days e un’altra versione di The Long Road.

Nel 2024, Vedder aggiunge un nuovo tassello al suo repertorio con la reinterpretazione di Save It For Later, celebre brano dei The Beat, inserito nella colonna sonora della serie cult The Bear. Ogni suo progetto solista è un’opportunità per esplorare nuovi territori e ampliare il vocabolario musicale di un artista che continua a reinventarsi.

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