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Setta ultraortodossa affronta la polizia del Guatemala: vogliono indietro i 160 minori sottratti per “abusi e matrimoni forzati”

Un gruppo ultra-ortodosso contro le forze dell’ordine in Guatemala. Alcuni membri della setta Lev Tahor hanno affrontato le forze di sicurezza in Guatemala per chiedere il rilascio di 160 minorenni a loro “sottratti” venerdì scorso durante un blitz della polizia. Una storia che ha tantissimi punti oscuri. Alcuni bambini erano stati portati via dai servizi sociali, ma sono stati rapidamente recuperati dalle autorità e posti sotto protezione giudiziaria come ha fatto sapere la Procura generale. Uno dei membri della setta, Uriel Goldman, ha detto che si tratta di “persecuzione politica e religiosa contro gli ebrei ortodossi”.

Goldman ha poi definito “false” le denunce che hanno motivato l’operazione in una fattoria nella località di Santa Rosa, dove la setta (creata negli anni ’80 e praticante di una forma ultra-ortodossa di giudaismo, dove le donne indossano tuniche nere che le coprono dalla testa ai piedi) si è insediata dal 2016. L’operazione è avvenuta al termine di un’indagine aperta a seguito delle denunce di quattro minorenni fuggiti dalla setta l’11 novembre e che hanno raccontato gli abusi subiti. “Dopo aver ascoltato le loro testimonianze e aver condotto esami medico legali, è stato stabilito che esistono effettivamente forme di tratta di esseri umani, come il matrimonio forzato e crimini correlati“, ha affermato la Procura.

Il gruppo, che pratica una forma ultra-ortodossa di giudaismo, è stato creato negli anni ’80 ed è sospettato da tempo di violenze sessuali su minori. Solo dopo le denunce è scattata l’inchiesta. Dopo la liberazione dei ragazzi sul blitz era intervenuto il ministro degli Interni del Guatemala Francisco Jiménez: “L’operazione ha permesso di soccorrere 160 minori che sarebbero stati vittime di abusi da parte di un membro della setta Lev Tahor” ha scritto su X riferendosi alle perquisizioni nella proprietà situata nel comune di Oratorio, a circa 60 km a sud-ovest della capitale. Le perquisizioni erano state motivati appunti da sospetti di tratta di esseri umani “sotto forma di gravidanze forzate, maltrattamenti di minori e stupro” aveva dichiarato il procuratore Dimas Jiménez. L’operazione ha ricevuto il sostegno del dipartimento della Sicurezza interna degli Stati Uniti e le ricerche hanno permesso di scoprire le ossa presumibilmente di un minore.

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