Russia, giù le mani dalla Luna! Il progetto nucleare che minaccia lo spazio
La corsa allo spazio, da sempre simbolo di innovazione e competizione geopolitica, sembra puntare ora verso una nuova frontiera: la Luna. Mosca e Pechino, oltre a consolidare il proprio dominio terrestre, guardano al nostro satellite naturale con l’intento di costruire una centrale nucleare entro il 2035. Questa sfida ambiziosa intreccia scienza, tecnologia e politica, sollevando però interrogativi sul rischio di militarizzazione dello spazio.
Mentre il mondo segue con attenzione i progetti nucleari terrestri della Russia, il recente annuncio di Jurij Borisov, amministratore delegato di Roscosmos, segna un punto di svolta. “Stiamo seriamente considerando un progetto per consegnare e installare una centrale nucleare sulla superficie lunare insieme ai nostri colleghi cinesi”, ha dichiarato Borisov, sottolineando l’intenzione di affidarsi a tecnologie altamente automatizzate. Il piano prevede che la missione diventi operativa tra il 2033 e il 2035, puntando a garantire una presenza stabile e autonoma sulla Luna. Si tratta di un progetto che combina strategia geopolitica, innovazione tecnologica e un potenziale utilizzo militare.
L’energia nucleare si rivela una scelta strategica per le basi lunari, offrendo vantaggi significativi rispetto alla tecnologia solare, soprattutto durante le lunghe notti di 14 giorni terrestri. Come riportato da Economic Times, i reattori nucleari garantirebbero una fornitura energetica ininterrotta, indispensabile per funzioni essenziali come riscaldamento, perforazioni e supporto ai rover. Inoltre, il progetto include un’innovazione pionieristica: Borisov ha annunciato lo sviluppo di un rimorchiatore spaziale alimentato a energia nucleare, progettato per trasportare carichi pesanti, gestire detriti e svolgere operazioni avanzate, aprendo nuovi orizzonti per l’utilizzo dello spazio.
L’idea di impiegare l’energia nucleare nello spazio non è nuova. Già nel 1969, durante la missione Apollo 12, un generatore nucleare fu installato per alimentare strumenti scientifici sulla Luna, dimostrando la resistenza del dispositivo alle estreme variazioni di temperatura. Oggi, con un accordo siglato nel 2021 tra Roscosmos e la China National Space Administration (CNSA), la cooperazione sino-russa punta a sviluppare la Stazione Internazionale di Ricerca Lunare (ILRS), un avamposto robotico destinato a operare autonomamente sulla superficie lunare.
La missione cinese Chang’e 6 ha già rappresentato un traguardo significativo: la sonda è atterrata con successo e ha riportato sulla Terra campioni raccolti dalla faccia nascosta della Luna, facendo della Cina il primo Paese a compiere un’impresa simile. Le missioni successive, Chang’e 7 e Chang’e 8, giocheranno un ruolo cruciale nel collaudo di tecnologie avanzate indispensabili per la realizzazione di una base lunare robotica. Queste missioni rientrano nella pianificazione strategica per lo sviluppo della ILRS, un passo cruciale per la cooperazione di Mosca e Pechino nello spazio, consolidata dalla volontà di contrastare l’influenza occidentale nello spazio.
Accanto al progetto lunare, la Russia si impegna a consolidare il suo ruolo di protagonista nel mercato globale delle centrali nucleari terrestri. Boris Titov, rappresentante speciale del Cremlino, ha affermato che Mosca punta a diventare leader assoluta nel settore. Attraverso iniziative in Paesi strategici come Egitto, Turchia, Iran e India, i russi stanno ampliando la propria sfera di influenza energetica.
Questi interventi rispondono alla crescente domanda di energia nei Paesi in via di sviluppo, promuovendo al tempo stesso infrastrutture tecnologiche avanzate, tra cui data center alimentati da intelligenza artificiale. Tuttavia, le ambizioni russe si scontrano con le limitazioni imposte dalle sanzioni occidentali. Come evidenziato dal ministro ungherese Péter Szijjártó, le restrizioni su Gazprombankstanno creando ostacoli significativi per progetti di rilievo, come la centrale nucleare Paks-2 in Ungheria.
Il progetto lunare, se da un lato offre prospettive di straordinari avanzamenti scientifici, dall’altro spalanca scenari carichi di rischi e incertezze inquietanti. Tra le principali preoccupazioni emerge la militarizzazione dello spazio: una centrale nucleare, concepita inizialmente per scopi pacifici, potrebbe trasformarsi in una base strategica per armamenti o per il controllo di risorse preziose come l’elio-3, isotopo che potrebbe rivoluzionare la fusione nucleare. In uno scenario di conflitti terrestri, la vulnerabilità o la difesa di installazioni lunari rischierebbe di alimentare tensioni imprevedibili tra le potenze globali. A tal proposito, Vladimir Putin ha rigettato le accuse statunitensi di voler militarizzare lo spazio, definendole un pretesto per forzare negoziati sul controllo degli armamenti.
Secondo Forbes, la ILRS comprende lo sviluppo di sistemi innovativi come lander lunari e robot saltanti, progettati per installare infrastrutture di comunicazione e alimentazione. Nonostante il fallimento della missione Luna-25 nel 2023, la collaborazione tra Russia e Cina avanza senza intoppi. Tuttavia, la competizione con gli Stati Uniti e l’Europa è destinata a intensificarsi, mentre la NASA lavora con il Dipartimento dell’Energia per sviluppare propri sistemi nucleari spaziali.
Il progetto russo segna un punto di svolta, destinato a ridefinire tanto l’esplorazione spaziale quanto gli equilibri geopolitici globali, evidenziando la volontà di Mosca di integrare innovazione tecnologica e ambizioni strategiche. Tuttavia, restano interrogativi su chi regolerà l’uso dello spazio e su come evitare che il nostro satellite diventi un nuovo terreno di scontro tra superpotenze.
L’umanità è a un bivio: sfruttare il potenziale della Luna per il progresso comune o trasformarla nell’ennesimo campo di battaglia per il predominio geopolitico. E mentre la Russia intensifica i suoi sforzi per dominare la corsa all’energia nucleare, sia sulla Terra sia nello spazio, il mondo osserva con attenzione, consapevole che il futuro del nostro satellite potrebbe ridefinire il destino di tutto il pianeta. Sarà una nuova frontiera di cooperazione o il preludio a un’escalation senza precedenti?
Eppure, mentre guardiamo al cielo con speranza, un dubbio rimane. Chi controllerà questi reattori lunari? Con la storia che ci ha già insegnato i rischi delle catastrofi nucleari, l’idea di una “Chernobyl lunare” non è poi così lontana. E la Luna, che ha ispirato poeti e sognatori per millenni, potrebbe diventare un triste promemoria del prezzo dell’ambizione umana.