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No, le Feste non sono belle per tutti: cos’è il Christmas Blues, la malinconia che ci prende a Natale

Hai provato ad attraversare dicembre ignorando le vetrine addobbate, le lucine, le playlist, il Whamaggedon, il Secret Santa, i brindisi aziendali e tutto il resto: adesso, però, Natale è arrivato davvero. E della famosa magia delle feste non senti neanche l’ombra. Al contrario, provi uno strano mix di ansia e tristezza. No, non stai diventando il Grinch: stai sperimentando il Christmas Blues, la malinconia delle feste di fine anno.

Sfatiamo un mito. Nonostante film, serie e tv e canzoni continuino a raccontarci la fiaba della famiglia felice a tavola, del bacio sotto al vischio e del lieto fine, il Natale non è un momento gioioso per tutti. Al contrario, può essere un periodo complicato o stressante per varie ragioni. In questo periodo si acuisce il senso di solitudine di chi non ha una famiglia o di chi vive lontano da amici a parenti. O di chi ha subito un lutto, sta attraversando una separazione o sperimentando un cambiamento difficile. Spesso ci dimentichiamo che l’enfasi posta sul cibo – tra cenoni, pranzi di famiglia ed eventi di lavoro – è un enorme fattore di stress per chi soffre di disturbi del comportamento alimentare.

C’è poi l’aspetto performativo delle feste: trovare i regali perfetti, imbandire la tavola perfetta, cucinare l’arrosto perfetto. Quella che chiamiamo “magia delle feste” nasce in larga parte dal lavoro invisibile e ignorato di chi si è preoccupato di fare una lista di regali, comprarli, incartarli, partecipare a saggi e recite, ordinare la spesa, pulire e addobbare casa, cucinare per venti persone. E sì, nella maggior parte dei casi è un peso che ricade sulle donne.

La famiglia solo in apparenza è un rifugio sicuro. Non parliamo solo del fuoco di fila di domande non richieste dei parenti – quando ti sposi? E il lavoro? E un figlio? Sai che tua cugina ha già comprato casa? – per quanto ne faremmo volentieri a meno. La famiglia può facilmente trasformarsi in un luogo di recriminazioni, silenzi e risentimenti taciuti proprio perché “è Natale” e quindi mai apertamente affrontati. La serie tv The Bear (Disney+) offre un terribile e lucido ritratto di una famiglia in crisi nell’episodio di Natale: dopo un crescendo di tensioni, il cenone finisce con i coltelli che volano. Non solo metaforicamente. Se vi è stretto lo stomaco guardando Donna Berzatto (Jamie Lee Curtis) urlare in cucina, probabilmente è perché ci avete visto una dinamica esagerata, certo, ma comunque vagamente familiare. No, il gioco di parole non era voluto. Negli ultimi anni si è iniziato a parlare di Christmas Blues, cioè di malinconia natalizia o addirittura di depressione che può portare anche a forme di isolamento sociale. Su Spotify, specchio dei tempi, trovate diverse playlist dall’inequivocabile titolo “Sad Christmas”. Dare un nome a questa sensazione è un modo per rompere il tabù della “felicità a tutti i costi” e per accendere i riflettori su una condizione molto comune.

Secondo un sondaggio condotto da Ikono Roma, infatti, ne soffre un italiano su quattro. Il 24% degli intervistati prova malinconia durante le festività natalizie per via della pressione sociale di dover essere felici (34%); per i ricordi legati a persone care che non ci sono più (29%) e infine per disaccordi familiari (14%). Per questo una nicchia sempre più convinta di persone approfitta di queste settimane per partire, rompendo l’imperativo morale delle “feste con i tuoi” e regalandosi un viaggio. Possibilmente molto, molto lontano. Ma anche chi resta può comunque mettere dei paletti alle aspettative altrui e agli obblighi, imparando ad ascoltare i propri bisogni e a ritagliarsi degli spazi di relax e di divertimento. Tenendo sempre a mente che anche il giorno di Natale dura 24 ore: purtroppo o per fortuna, anche queste feste passeranno.

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