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“Repubblica Donna” odia la donna di destra: “Meloni? Da brividi, veste male e comanda…”

Tanto rancore, tutto insieme, non si era mai letto, neanche sulle pagine di “Repubblica“, ma stavolta in una competizione tutta interna vince per ko l‘inserto settimanale del quotidiano di Largo Fochetti dedicato alle “donne”: evidentemente solo a quelle che piacciono alle giornaliste che piacciono alle donne di sinistra, un circoletto un po’ chiuso, che manco nel salotto dei Verdurdin Marcel Proust aveva immaginato così elitario.
Sull’inserto di fine anno del quotidiano romano si eleggono le dieci “ragazze del 2024” e si sceglie una donna da copertina, che per il 2024 è Imane Khelif, la pugile algerina su cui si è molto discusso a proposito delle  caratteristiche più o meno femminili. La copertina è una scelta giornalistica, forse persino azzeccata perché in effetti se n’è parlato tanto e spesso a sproposito, poi a ognuno s’è fatto una propria idea, perfino le donne di destra. Che però, a quanto pare, per “Repubblica Donna“, non meritano di essere rappresentate, forse perché – nell’immaginario della testata romana – non sarebbero in grado di apprezzare le autoreggenti Balenciaga che imperversano nel mare di pubblicità griffata sul settimanale, e poi, si sa, il polpaccetto delle donne di destra è generoso, dai tempi di donna Rachele…

“Repubblica” e le donne come la Meloni…

C’è però un dato di fatto che non si può ignorare: c’è una donna al governo, si chiama Giorgia Meloni, non veste le griffe radical chic ma tutto sommato qualche selfie carino se lo riesce perfino a fare, tra un evento internazionale e un altro, nel corso dei quali s’è fatta la fama – ahiloro! – di donna più potente d’Europa. Ecco che “Repubblica D” si vede quasi costretta a farla scegliere da “qualcuna” come “ragazza” del 2024. Ma c’è il problema di dover ammettere che ci sa fare senza negare che sia allo stesso tempo un “mostro”, anzi, un fantasma che terrorizza, che mette i brividi. Chi può farlo, se non lei, la penna più pungente di un morso di murena? Natalia Aspesi!

Giorgia Meloni su “Repubblica Donna” diventa così “la donna dell’anno” che però, “ahinoi, comanda”, mette paura, e non è più neanche tanto giovane, ma rischia di invecchiare al governo, non per meriti suoi, ovviamente, ma per colpa della sinistra. L‘arringa natalizia, che sa più di baccalà digerito male che di riflessione serena davanti a un vassoio di maritozzi, è firmata dalla signora Aspesi con stile sempre raffinato, lei, donna intelligente e di cultura, spesso perfino asincrona rispetto alla lagna della retorica femminista di sinistra, forse con un eccesso di enfasi – che neanche lei avrà gradito – definita dai suoi deskisti “la più grande giornalista italiana”. Lecchinaggi redazionali a parte,  l'”ahimè” attribuito dal titolista dalla lingua felpata alla signora Aspesi, condensa un’Avvelenata natalizia contro la premier che manco Guccini dopo il capitone fritto, con un titolo da scoop su Novella 2000. “Ahimè, è lei che comanda”.

L’avvelenata di Natalia Aspesi contro l’ex ragazzina…

Poi c’è un altro problema: Meloni non è più una ragazza. E vai di ruga-shaming. “Purtroppo resta la presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica, è quella che ci fa venire i brividi come fosse il Fantasma dell’Opera e di cui abbiamo quasi paura, quella che  magari ci resta sul gobbo e invecchierà lì, sino alla finalmente concessa decrepitudine, la ragazza, pur vestita male, anzi malissimo, Giorgia Meloni, una ragazza di 47 anni che a gennaio ne compirà 48, che ai miei lontanissimi tempi sarebbe stata “di mezza età”, quasi anziana. Mai uno sguardo lubrico maschile o altro su di lei. Per me quindi la ragazza dell’anno, tra le tante ragazze dell’anno, sia pure con un po’ di terrore, non sarà che la Meloni.  Si fermerà al suo posto per molto tempo? Mesi oppure due, dieci anni o oltre? O invece se ne andrà domani? Fuggirà con un jihadista? Al momento non esiste una ragione per cui se ne vada una che, con il partito fondato anche da lei nel 2012, aveva il 3 per cento dieci anni fa, adesso ha quasi il 30, e scende al massimo dello 0,4 per cento su e giù…”.

Domande che, a baccalà digerito, con l’aiutino del Gaviscon che tutto porta via, potrebbero finalmente trovare una risposta più serena nelle prossime puntate del settimanale di “Repubblica”. Dedicato alle donne, eh, se non si fosse capito.

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