Bird strike, in 30 anni 292 decessi per gli impatti tra aerei e uccelli. Più di 200mila i casi registrati solo negli Usa
L’incidente aereo avvenuto oggi in Corea del Sud, in cui un aereo è uscito di pista e ha preso fuoco, causando 179 morti potrebbe essere stato causato da un “bird strike“, ovvero una collisione tra l’aeromobile e uno stormo di uccelli. Questo fenomeno rappresenta uno dei rischi più gravi per la sicurezza aerea ed è stato responsabile, dal 1988 al 2019, di 292 decessi globali legati a collisioni con la fauna selvatica, secondo la Federal Aviation Administration. Negli Stati Uniti, tra il 1990 e il 2019, sono stati registrati circa 227.005 incidenti con la fauna selvatica che hanno coinvolto aerei civili, di cui 17.228 solo nel 2019, in 753 aeroporti. Inoltre, gli operatori aerei statunitensi hanno segnalato 4.275 incidenti simili in aeroporti esteri. I dati della FAA indicano che circa il 61% delle collisioni con uccelli avviene durante le fasi di atterraggio, mentre il 36% si verifica durante il decollo e la salita. Solo il 3% degli impatti avviene in fase di crociera.
Tuttavia, è possibile ridurre il rischio di tali incidenti. Secondo la FAA, gli aeroporti possono abbattere il rischio di collisioni con la fauna selvatica attraverso programmi integrati di gestione della fauna. Questi includono modifiche all’habitat circostante e all’interno dell’aeroporto, oltre a metodi per disperdere o rimuovere gli uccelli e altri animali che potrebbero rappresentare un pericolo. In Italia, l’Enac-Bsci ha sviluppato il Birdstrike Risk Index, un indice che consente di misurare il rischio di collisioni con la fauna selvatica in ciascun aeroporto. L’indice, creato in collaborazione con l’Università Cà Foscari di Venezia, tiene conto della presenza di fauna selvatica, dei dati sugli impatti e dell’intensità del traffico aereo. Il rischio viene misurato su una scala da 0 a 2, consentendo di adottare misure preventive più mirate. Oltre a questo, esistono vari dispositivi di disturbo e allontanamento degli uccelli, che sono utilizzati per ridurre il rischio di impatti. L’efficacia di tali metodi varia in base alla situazione e alla specie coinvolta.
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