Dybala l’Eretico del calcio che conta. Ora però spegnete tutti i roghi
Rivedete i planning, stracciate gli algoritmi e cancellate le prenotazioni. Questa Roma non può viaggiare senza Paulo Dybala. Lo diciamo a Capodanno, ma si era detto anche a Pasqua, Ferragosto e Natale. La Joya santifica le feste di una squadra che ha poco da gioire quest’anno, ma che si è aggrappata nelle difficoltà sempre al suo campione. Al suo giocatore più forte, più decisivo. E chi dice il contrario può tranquillamente gustarsi le magie di Sinner nel tennis. Chi ha pensato al contrario oggi non dovrebbe stare nella Roma. A calcio si gioca così: quantità, qualità, assist, gol, garra. Qualche volte Dybala però sente il dolorino? E chi se ne frega. A quel punto sono gli altri a dover aiutare lui e la Roma a sopportare un’assenza che è poco grave solo se breve. Si inizi piuttosto a pensare a un domani senza altri stipendi d’oro che stanno dando poco o nulla alla causa. Immaginate se il Dybala visto stasera a San Siro e domenica scorsa all’Olimpico oggi stesse malinconico su quelle dune aride di Khobar, in un campionato dove pure Aouar riesce ad andare in doppia cifra. O se qualche giorno fa avesse detto sì alla Turchia. Esiliato, come un eretico dalla troppa classe. Immaginate un Olimpico senza bambini con la mask, senza i colpi del suo unico fuoriclasse. In attesa dell'esplosione di Baldanzi o dell'ennesima rinascita fallita di Pellegrini. Il rischio è stato grosso, in parte (piccola, minima) ancora lo è. Quindi spegnete i roghi, di Giordano Bruno ce ne è bastato uno. Evitiamo di togliere da un film poco avvincente l'unico attore in grado di renderlo gradevole. I Friedkin, che di cinema ci capiscono, avrebbero compiuto un altro gigantesco errore (tecnico e commerciale) per stare dietro a programmazioni che col calcio c’entrano ben poco. Ranieri ha spento i computer, i tablet e le app di statistica. Ha sbattuto sul tavolo un manuale di calcio dove Hummels difende, Paredes gestisce, Dybala illumina e crescono pure ragazzi come Pisilli. Basta poco? A volte sembra di no. Buon anno.