Ivrea, il vescovo apre l’anno del Giubileo: «Con i primi passi dell’Anno Santo si conclude il mio ministero iniziato 12 anni fa»
IVREA. Le celebrazioni per l’apertura dell’Anno Santo del Giubileo della Speranza nella diocesi di Ivrea hanno visto, domenica 29, una nutrita partecipazione di fedeli. All’inizio del pomeriggio un centinaio, in prevalenza giovani della diocesi, sono partiti dalla chiesa parrocchiale del Sacro Cuore per raggiungere in processione il Tempio dell’Immacolata dei Miracoli. Alla testa del gruppo, intento nella recita del rosario interrotto solamente da soste dedicate al canto, alcuni di essi trasportavano la croce recante l’effige del Cristo. Al collo di tutti spiccava un foulard di un bianco candido simboleggiante l’abbraccio della Madonna a tutti i credenti. All’arrivo al tempio i giovani si sono uniti a laici e religiosi che lo gremivano in ogni suo spazio in attesa di alzarsi poi all’unisono all’ingresso della sessantina, fra sacerdoti e diaconi, che hanno preceduto il vescovo, monsignor Edoardo Cerrato.
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La lettura della bolla di indizione del Giubileo, emanata da Papa Francesco, ha dato avvio alle solennità. «Per tutti possa essere un momento d’incontro vivo e personale con il Signore Gesù, porta di salvezza – le parole del pontefice –. «Incontriamo spesso persone che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo. Possa il Giubileo essere occasione per tutti di rianimare la speranza. È lo Spirito Santo con la sua perenne presenza a irradiare nei credenti la luce della speranza che dà sostegno e vigore alla nostra vita e che è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino. Lasciamoci attrarre da essa e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano». I fedeli si sono quindi mossi verso la cattedrale di Santa Maria Assunta al seguito del corteo religioso per la messa. Il colpo d’occhio del duomo eporediese è apparso veramente imponente e nelle sue tre navate si percepiva una tensione vibrante di spiritualità e di devoto raccoglimento su cui sono scese le parole del vescovo Edoardo Cerrato: «In questo Anno Santo la Chiesa ci chiede un tempo di rinnovamento della fede, come ha detto il Santo Padre e come, nel suo primo saluto, ci ha chiesto il nuovo vescovo che ha detto che saremo pellegrini nel tempo propizio dell’anno giubilare volendolo vivere come un cammino comunitario. L’Anno Santo chiama ad un cambiamento profondo della vita amandoci gli uni gli altri secondo i precetti del Padre. Questo ci produce il dono dell’indulgenza».
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Monsignor Cerrato ha ricordato le parole del Papa pronunciate la notte di Natale: «Dio è disceso in mezzo a noi per rialzarci e riportarci nell’abbraccio del Padre. Questo è essere pellegrini della speranza. La gloria del cielo s’è affacciata sulla terra nella piccolezza di un bambino e se Dio viene anche quando il nostro cuore somiglia ad una povera mangiatoia allora possiamo dire che la speranza non è morta e avvolge la nostra vita per sempre. La speranza cristiana non è attesa passiva; va accolta, in questa terra che soffre, non trascinandoci nelle abitudini ma farcendoci pellegrini alla ricerca della verità capace di trasformare il mondo».
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Intenso l’ultimo pensiero del vescovo: «Considero significativo che con i primi passi dell’Anno Santo si concluda il mio ministero iniziato dodici anni fa. Nel mio servizio ho privilegiato l’essenziale, il cambiamento interiore di tutti che passa attraverso il chiederci se siamo disposti a conformare la nostra vita a Cristo. È quanto ho cercato di fare e, senza retorica, chiedo perdono delle mie incapacità e inadeguatezze. Ringrazio oggi quanti, religiosi e laici, in questi giorni mi hanno espresso di aver compreso il mio messaggio».