I funerali dei coniugi Bargetto: «Questa tragedia ci aiuti a riflettere sulla fragilità»
CASTELLAMONTE. Una folla commossa e silenziosa sabato pomeriggio a Castellamonte ha detto addio a Tiziana Milani e Bruno Bargetto, la coppia vittima di una tragedia della fragilità avvenuta lo scorso 13 dicembre nella loro abitazione di strada Canton Talentino. Sullo sfondo la malattia di lei, la disperazione di lui e un amore fortissimo che li legava. È ciò che ha voluto sottolineare don Angelo Bianchi durante la liturgia, invitando l’intera comunità alla riflessione: «È l’amore che ha spinto a compiere scelte difficili e per questo motivo chi ha agito non può essere giudicato. In questo momento di dolore tutti coloro che sono coinvolti, i figli Davide e Andrea e i loro familiari, hanno bisogno del nostro sostegno. Non ci sono parole di conforto che possano lenire il dolore, ma ci sono gesti, la preghiera e la presenza che possono essere d’aiuto a chi resta. La comunità deve offrire sostegno e conforto, espletando il suo scopo: quello di essere una presenza reale accanto a chi soffre. Troppo spesso sentiamo storie di bisogno psicologico che si trasformano in tragedie e su questo dobbiamo riflettere, offrendo la nostra presenza a chi ne ha bisogno e necessita di forza e consolazione».
L’attenzione della comunità è stata al centro delle parole di don Angelo Bianchi e ha sottolineato la fragilità di chi vive direttamente le difficoltà di una malattia invalidante come quella che aveva colpito Tiziana Milani e che indirettamente aveva creato tanta sofferenza nel marito Bruno Bargetto: «Questa tragedia ci invita ad essere più attenti verso ciò che ci circonda, ad ascoltare, a offrire una mano tesa a chi si sente perso. Il dolore in situazioni come queste sembra non avere confini e siamo incapaci di comprendere pienamente la disperazione che porta a certe azioni. Il nostro compito non è giudicare, ma riflettere insieme sulla fragilità umana e sulla presenza che possiamo offrire a chi soffre. La malattia e il peso della sofferenza possono mettere a dura prova. Spesso il grido d’aiuto resta nascosto, ma come comunità cristiana dobbiamo interrogarci: abbiamo saputo essere vicini e ascoltare, abbiamo risposto a chi aveva bisogno? Questa tragedia ci invita a riflettere per portare luce nelle tenebre».