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I “Medici contro il Genocidio” si mobilitano per salvare i bambini di Gaza

L’organizzazione americana “Doctors Against Genocide” (DAG) chiede di fermare immediatamente il genocidio che si sta perpetrando a Gaza, in un appello urgente che è stato appoggiato dallo Schiller Institute e da decine di altre organizzazioni. “Il bombardamento deliberato degli ospedali, l’uccisione degli operatori sanitari e la distruzione sistematica delle apparecchiature mediche devono essere fermati. Nessun altro bambino deve soffrire, morire di fame, subire amputazioni o perdere la vita a causa di questo genocidio in corso”, si legge nell’appello della DAG (https://doctorsagainstgenocide.org/).
Il cofondatore di Medici contro il Genocidio, il dottor Nidal Jboor (foto), è anche intervenuto alla riunione settimanale della Coalizione Internazionale per la Pace (IPC) il 3 gennaio, osservando che “il mondo del XXI secolo, guidato dagli Stati Uniti e dalla ‘morale’ dell’Occidente, ha abbandonato i bambini del mondo… I nostri leader hanno messo in luce la completa bancarotta morale dell’Occidente e degli Stati Uniti e la loro totale illegittimità a guidare questo mondo”. Le loro azioni a Gaza, ha aggiunto, intraprese in nome di noi americani, “sono un tradimento nei confronti degli Stati Uniti stessi”.
Il dottor Jboor ha descritto le terribili condizioni di Gaza negli ultimi 15 mesi, in particolare a seguito degli attacchi deliberati agli ospedali e alle strutture mediche, così come agli operatori sanitari, ai soccorritori e, cosa più straziante di tutte, ai bambini. Solo una settimana prima, l’ospedale Kamal Adwan era stato saccheggiato e raso al suolo e il suo direttore, il dottor Hussam Abu Safiya, era stato arrestato ed era detenuto in un luogo sconosciuto e, secondo quanto riferito, torturato dalle forze israeliane.
La dottoressa Mimi Syed, medico di pronto soccorso nato e formatosi negli Stati Uniti, è appena tornata da Gaza dove ha curato bambini gravemente feriti. Ella ha descritto ai partecipanti alla conferenza dell’IPC la “realtà straziante”, con “scene di caos e disperazione”. Durante la sua missione, non ha incontrato combattenti o visto attività militari negli ospedali.
Un’altra cofondatrice di Medici contro il Genocidio, la dottoressa Karameh Hawash-Kuemmerle, ha affermato che il genocidio ci turba non perché siamo fragili, ma perché è una cosa innaturale: “Ciò che sta accadendo a Gaza è qualcosa che va oltre quello che possiamo immaginare”, ha detto, esortando a onorare i medici che combattono per la vita umana, non quelli che minacciano di licenziarti se parli di genocidio.
In risposta a una domanda sul possibile ricorso ai tribunali internazionali, la dott.ssa Hawash-Kuemmerle ha sottolineato che la DAG definisce il genocidio da una prospettiva medica e di salute pubblica. I giuristi possono discutere per anni su quale sia la definizione corretta di genocidio e dove possa essere applicata, ma i medici sanno bene che cosa significhi in termini di vita e di morte e di crisi sanitarie a lungo termine che genera.
La DAG ha avviato da questa settimana una campagna di lobbying presso il Congresso degli Stati Uniti e ha lanciato un appello urgente a tutte le istituzioni mediche, ai leader del settore sanitario e alle organizzazioni di medici, compresa l’American Medical Association, affinché si uniscano alla mobilitazione per fermare questo massacro e genocidio insensato.
Come ha sottolineato Helga Zepp-LaRouche all’incontro dell’IPC, dopo la Seconda Guerra Mondiale molti tedeschi potevano dire di non essere stati informati del genocidio avvenuto nella Germania nazista, ma questo non è certo il caso della maggioranza della popolazione occidentale di oggi.

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