Com’è cambiata l’Università in cento anni foto e documenti raccolti in un volume
Carlo e. Gariboldi
È un’opera di grande interesse il volume “Documenti di pietra: tracce del passato, segni nel presente”, il catalogo della mostra organizzato nel 2023 dall’Università e che lunedì (ore 17) sarà presentato in aula Foscolo.
Sarà il grecista Cesare Zizza, delegato alle Biblioteche e Archivi dell’Università di Pavia a introdurre l’incontro, presentando il catalogo (Sisho edizioni, 414 pagine, 68 euro) curato da Roberta Manara.
cambiamenti
A dispetto della fissità del titolo (Documenti di pietra) è lo stesso professor Zizza a ricordarci che «tutto è in movimento; tutto quello che è accaduto tende a mutare e, a volte, a perdersi. Ma contro l’oblio gioca la sua partita la storia e, prima ancora, la conservazione e la promozione di tutto ciò che serve per ricostruire questa storia».
L’apparato fotografico del volume - di per sé imponente - è di grandissimo valore. Qui sopra pubblichiamo un’immagine significativa, relativa alle maestranze al lavoro - nel 1932 - nel cortile Teresiano per la trasformazione di quello che era stato l’ospedale San Matteo in nuovi spazi per l’ateneo.
«L’Università di Pavia, nel corso della sua secolare esistenza, ha costruito un ingente patrimonio edilizio diffuso nella nostra città. Concentrandoci sul suo nucleo storico – spiega Roberta Manara – ci rendiamo conto che quegli spazi sono sempre stati in perenne dialogo con la città, con l’ambiente e in armonia con le persone che qui vivono da secoli. Si è costruito, ricostruito, trasformato, per rispondere alla vocazione dell’Ateneo di rivestire un ruolo rilevante nella vita pubblica cittadina, con un occhio di riguardo puntato verso i principali protagonisti della vita accademica, gli studenti, con le loro necessità e in crescita esponenziale attraverso il tempo, e seguendo le esigenze della ricerca e della didattica con la creazione di nuovi ambienti ad esse dedicati».
nuove immagini
Il volume, rispetto alla mostra del 2022, è arricchito da numerose immagini raccolte dalla curatrice con il supporto di Alessandra Baretta e Maria Piera Milani dell’Archivio storico dell’Università.
Le immagini sono state scattate da diversi fotografi pavesi. «Tra questi, alcuni erano attivi già a fine Ottocento, come Beniamino Raimondi, che aprì il primo studio fotografico della città – ricorda Roberta Manara – poi ci sono Mario Tollini, Giuseppe e Luigi Nazzari, Paolo Alessio. Nel secolo successivo Guglielmo Chiolini ed Ettore Valli; si aggiungono i milanesi Cesare Pezzini e Fernando Pasta e il noto atelier fotografico fiorentino Fratelli Alinari».
curiosità
Tra centinaia di documenti e fotografie storiche emergono anche parecchie curiosità. Tra questi c’è la quietanza di pagamento del rettore Camillo Golgi relativa alla fornitura di polli da allevamento; oppure la figurina Liebig (versione tedesca) con la statua di Volta (inaugurata nel 1937). Uno spazio particolare è dedicato al premio Nobel Golgi e - in particolare - le commemorazioni dopo la morte. Scopriamo - tra l’altro - che il bozzetto preparatorio del monumento realizzato in gesso è perfettamente conservato nei sotterranei dei musei Civici al castello Visconteo. —