Centro migranti: «Qui da noi uno spaccato del mondo»
Ivrea
Antonella Rolla è stata riconfermata dal vescovo Daniele Salera alla guida del Centro migranti della diocesi di Ivrea, un ruolo che ricopre dal 2015. Una decisione che consolida la sua posizione in un incarico chiave per la gestione dell'emergenza migratoria sul territorio, confermando la fiducia riposta nelle sue capacità di coordinamento e visione strategica.
«Ho iniziato a fare volontariato al Centro migranti nel 2011 quasi per caso – racconta Antonella Rolla – ero già impegnata nella Caritas parrocchiale con don Silvio Faga, quando sono venuta a conoscenza che al Centro migranti cercavano volontari. L’impulso ad aiutare le persone in difficoltà è sempre stato una spinta interiore molto forte». Il Centro migranti di Ivrea è nato nel 2001, sotto la guida dell'allora vescovo di Arrigo Miglio. Inizialmente concepito come scuola di lingua italiana per le mamme magrebine che non potevano frequentare i corsi istituzionali per adulti a causa dei figli piccoli, offriva anche un servizio di baby-sitting. Col tempo, le richieste sono aumentate, portando all'introduzione di un doposcuola per i bambini della scuola primaria. L'obiettivo del Centro è sempre stato quello di promuovere incontri culturali, favorendo la conoscenza delle diverse culture e promuovendo l'integrazione nel rispetto della diversità. Da quando Antonella Rolla ne ha assunto la responsabilità, il Centro ha vissuto una trasformazione significativa. Cosa è cambiato dal 2015 ad oggi? «Innanzitutto l'utenza e i numeri sono cresciuti esponenzialmente – spiega Rolla –. Prima i nostri servizi erano rivolti quasi esclusivamente a persone magrebine, oggi accogliamo persone da tutto il mondo. Quest'anno abbiamo registrato la presenza di ben 37 nazionalità diverse. È come avere il mondo intero qui da noi».
Negli ultimi dieci anni, le attività del Centro sono cresciute notevolmente. Sono stati potenziati i servizi per gli adulti stranieri, includendo uno sportello accoglienza, attività di mediazione culturale e scuole per adulti che accolgono uomini e donne desiderosi di imparare a leggere, scrivere e migliorare il proprio italiano. Vengono inoltre organizzate uscite didattiche e visite di istruzione, finalizzate alla conoscenza del territorio e a favorire l'integrazione. Parallelamente, proseguono le attività per i bambini, come il doposcuola e il centro estivo per le scuole primarie. Ciò che ha contraddistinto l'operato del Centro migranti in questi anni è un approccio ben definito all'integrazione. «Il nostro modo di approcciarsi? Noi non abbiamo fatto mai assistenzialismo – osserva –. Abbiamo sempre puntato sull’educazione e sul far crescere le persone e cercare di aiutarle a farle diventare autonome. Adesso la domanda è aumentata e soprattutto è cambiata e noi ci siamo focalizzati su bisogni pratici tipo la ricerca del lavoro, la ricerca di una abitazione in collaborazione con associazioni del territorio. Inoltre in questi ultimi anni è cambiata la collaborazione con le altre associazioni e con gli enti pubblici con la necessità di fare progetti mirati. Ed è per questo che è nata l’esigenza di costituire l’associazione Senza Confini che è una realtà che collabora con le associazioni del territorio, elabora progetti e partecipa a bandi sia nel campo del lavoro che della ricerca di abitazioni».
Quali gli impegni per il futuro? «Mi piacerebbe promuovere impegni più ecumenici, coinvolgendo diverse sensibilità religiose – dice – . Vorrei inoltre rafforzare la collaborazione con gli altri uffici pastorali e con le parrocchie della diocesi, per accrescere la sensibilità nei confronti dei migranti. E ovviamente, continueremo a portare avanti tutti i progetti che abbiamo avviato. Tutto questo non lo farò da sola, sarà fondamentale il contributo di tutti i volontari, che danno un apporto insostituibile all'attività del Centro migranti. Credo molto nel lavoro di gruppo, e sia con gli adulti che con i bambini abbiamo delle équipe molto valide. Sarà importante, per il futuro, far crescere i giovani che vengono a lavorare nel nostro Centro». Il ruolo dei volontari sarà, infatti, decisivo per i prossimi progetti. Attualmente sono una decina i volontari e per il doposcuola si contano 7 coordinatori e dai 30 ai 40 ragazzi delle secondarie inseriti nei progetti Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento). Un esempio tangibile dell'impatto del Centro è raccontato con orgoglio da Rolla: «È stato bellissimo vedere che quattro ragazzi che venivano da bambini nel nostro centro ora che sono cresciuti sono ritornati per fare volontariato e aiutare i più piccoli nel doposcuola».