Spostamento Sinti, interviene il Pd: «È per salvare i soldi di Waterfront»
PAVIA. Passaggio decisivo per il progetto di trasferimento di 40 Sinti da piazzale Europa a un’area comunale in via Saragat. Questa sera, infatti, il Consiglio comunale sarà chiamato a discutere e votare la variazione di Bilancio che, al proprio interno, contiene lo stanziamento da 1 milione e 50mila euro necessari a realizzare il nuovo campo per i Sinti con 15 piazzole. Intanto interviene il Pd a sottolineare come questo adempimento sia necessario per non perdere i soldi del progetto Watefront.
Riunione di maggioranza
Ieri sera riunione di maggioranza alla presenza dell’assessore alle Politiche sociali, Francesco Brendolise, per confrontarsi in vista della serata di Consiglio comunale. Non tutte le anime del “campo largo”, infatti, sarebbero perfettamente allineate sul progetto di via Saragat e qualcuno avrebbe recriminato per il fatto di essere stato messo di fronte a una decisione praticamente già presa.
Probabilmente anche per questa ragione, ieri, la segretaria cittadina del Partito democratico, Mayra Paolillo, ha diramato un comunicato stampa. «Il Partito democratico di Pavia – vi si legge – sostiene con convinzione il progetto di realizzazione di una nuova micro-area destinata alle famiglie pavesi di etnia Sinti oggi residenti in piazzale Europa, intervento necessario per avviare la riqualificazione complessiva dell’area, parte integrante della Strategia di sviluppo urbano sostenibile “Pavia città d’acqua – Waterfront”, che porterà sul territorio 17 milioni di euro di investimenti europei». Poco dopo, Paolillo spiega l’urgenza degli ultimi passaggi politici: «È utile chiarire un punto: Il Pd sta lavorando con grande responsabilità, insieme alla maggioranza, per attuare un progetto proposto dalla precedente amministrazione, la quale non è riuscita a portarlo avanti, accumulando un inspiegabile ritardo con un forte rischio di revoca del finanziamento. Il percorso avviato dall’amministrazione Lissia per correre ai ripari evitando questa considerevole perdita per la città è basato su un percorso fondato su dialogo, ascolto e pianificazione». Su questo passaggio interviene anche il sindaco, Michele Lissia: «Quando ci siamo insediati come amministrazione abbiamo trovato un progetto Watefront che, al di là di alcune linee di indirizzo, aveva pochissimi contenuti. Altre città lombarde, che avevano puntato su una minore quantità di azioni, sono più avanti di noi, cosa che è emersa durante gli incontri in Regione. Abbiamo comunque deciso di istituire una cabina di regia e di serrare i ranghi perché non ci sembrava giusto che Pavia perdesse l’occasione di 17 milioni di euro».
Carattere transitorio
Tornando alla segretaria cittadina dem, Mayra Paolillo aggiunge: « L’area sarà di dimensioni limitate (10-15 piazzole) e non potrà essere ampliata: avrà un carattere transitorio, destinato a ridursi nel tempo fino a lasciare spazio a un’area con servizi di quartiere. Il progetto permetterà inoltre di riqualificare le infrastrutture urbane della zona, oggi a prevalente destinazione artigianale e produttiva. L’intervento prevede un preliminare, necessario esborso da parte del Comune al fine di realizzare il più ampio progetto di rigenerazione urbana e ambientale di piazzale Europa, sostenuto da fondi europei per 17 milioni di euro».
Sul fronte diametralmente opposto vi sono le opposizioni di centrodestra e alcuni cittadini residenti in questa zona che, questa sera, potrebbero essere in Consiglio comunale. Tra le obiezioni mosse dall’opposizione, l’entità finanziaria dell’operazione. Non pare giusto, insomma, che si spenda un milione di euro per trasferire circa 40 persone. In prima linea vi sono poi quanti vivono nella ex cascina ristrutturata che praticamente confina con il terreno, di proprietà comunale, sul quale si vuole realizzare il nuovo campo.