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Antisemitismo, Gasparri fa esplodere il Pd: Delrio “copia” la sua legge e viene “sfiduciato”, rissa tra Prodi e Lepore

Nel Pd i pro-Pal e i filo-israeliani ormai sono a ferri corti, cortissimi. L‘ultimo incidente è di ieri, con la rivolta di mezzo partito contro il progetto di legge presentato, sull’anti-semitismo, dallo storico esponente prodiano Graziano Delrio, sottoscritto da alcuni senatori dem della minoranza – l’area più distante da Schlein – che introduce misure definite “sconcertanti” dal leader di Avs, Angelo Bonelli. Ma secondo le ricostruzioni dei giornali le critiche anche Elly Schlein sarebbe andata su tutte le furie, perché il testo di Delrio avrebbe di fatto riprodotto alcuni passaggi del ddl firmato dal “nemico” Maurizio Gasparri, a sua volta firmatario di proposte per introdurre strumenti normativi contro l’antisemitismo. Piuttosto che emendare il testo di centrodestra, i senatori ne hanno  presentato uno quasi identico che riprende elementi del ddl Gasparri. Una sorta di lodo “anti-Albanese”, la pasionaria pro-Hamas tanto attiva sul fronte dei pro-Pal.

Pro-Pal e anti-semitismo, il Pd implode

Il testo qualifica come antisemita ogni critica radicale contro Israele e l’antisemitismo è definito dall’IHRA come “una percezione negativa verso gli ebrei, che può tradursi in odio espresso verbalmente o fisicamente, rivolto a persone, proprietà, istituzioni comunitarie o edifici di culto ebraici”. In più, Delrio propone di monitorare le azioni di prevenzione e contrasto all’antisemitismo in ambito universitario, istituendo di fatto una figura di controllo sulle attività interne agli atenei, per poi stabilire sanzioni per “la prevenzione, segnalazione, rimozione e punizione dei contenuti antisemiti diffusi sulle piattaforme digitali in lingua italiana.

Rissa a Bologna tra Prodi e Lepore

Ma è a Bologna che ieri si è spostato l’epicentro della rissa interna alla sinistra sui pro-Pal. In campo è sceso Romano Prodi,  che ha chiesto al sindaco Lepore di revocare la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese. “Bologna non perseveri”, ha detto Prodi, invitando il Consiglio comunale ha stoppare l’atto. Ma dal sindaco è arrivato un no categorico. “Bisogna rispettare l’Aula e le sue decisioni”.

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