L’Istituto Calamatta di Civitavecchia non garantisce assistenza diretta a 22 disabili gravi. Asl scarica la coop
Ventidue persone con grave disabilità non autosufficienti ospiti dell’Istituto Calamatta di Civitavecchia dal primo dicembre sono senza l’assistenza idonea e necessaria per la loro condizione: prima era garantita da un rapporto paziente – operatore sociosanitario di 1 a1 che a inizio mese è salito inizio mese a 1 a 5.
“I nostri cari stanno vivendo una situazione gravissima e inconcepibile dovuta ai tagli delle ore di assistenza presso una struttura residenziale pubblica che fornisce prestazioni assistenziali per pazienti con gravi disabilità motorie, psichiche e/o sensoriali, sotto la responsabilità della Dirigenza Generale della Asl Roma 4”, denunciano a ilfattoquotidiano.it i parenti degli utenti colpiti dal taglio. “Ci sono ragazzi autistici e con deficit cognitivi gravi, che presentano una significativa complessità comportamentale, che è impensabile non abbiano un operatore dedicato. Ci sono – aggiunge Silvia Leuzzi, uno dei genitori degli ospiti dell’Istituto che si trova in provincia di Roma – diverse persone non autosufficienti con patologie multiple ormai anziane. Una riduzione del personale OSS a questo livello comporta un grave, anzi gravissimo, rischio per la salute, la cura e l’igiene delle persone disabili”. I familiari chiedono all’ente sanitario locale di “intervenire il prima possibile per risolvere il problema” che sta colpendo uomini e donne in situazioni di estrema fragilità che “in questo gioco al massacro di tagli ai servizi pubblici essenziali sono quelli che pagano il conto più salato”.
Contattata da ilfattoquotidiano.it la direttrice generale dell’Asl Roma 4, Rosaria Marino, risponde all’appello dei familiari dei pazienti scaricando le responsabilità sull’ente gestore dell’assistenza. “È stato detto che la ASL ha tagliato le prestazioni e questo è totalmente falso”, precisa Marino. “La vicenda del Calamatta è da riferirsi unicamente ad inadempimento contrattuale della Cooperativa che si è aggiudicata nel 2023 la gestione biennale della struttura per 2.500.000 di euro. È di tutta evidenza – spiega la direttrice – che se arrivano pazienti con maggiore complessità la Cooperativa deve implementare il personale assorbendone i costi, come contrattualmente previsto, invece la scorsa estate (con l’aumento dei pazienti, ndr) ci è stato chiesto un aiuto temporaneo che noi abbiamo concesso per puro spirito di servizio”.
L’Asl Roma 4 aggiunge che “trascorso tale periodo la Cooperativa non ha incrementato il personale, così come avrebbe dovuto fare. Tenuto conto che il contratto è in scadenza a febbraio 2026 e che un contenzioso peserebbe sugli utenti, ho dato disposizione agli uffici di ripristinare nei prossimi giorni quanto fatto la scorsa estate (aumentando gli operatori, ndr), per garantire l’assistenza 1 a 1 al paziente che ne ha bisogno. Alla scadenza del contratto per il Calamatta cercheremo un partner più attento ed affidabile”, assicura Marino. Ci sono però di mezzo le vacanze natalizie e il rischio che gli operatori da aggiungere per l’assistenza diretta non arrivino subito come invece servirebbe.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Cgil. “La Direzione dell’Asl Roma 4 – dichiarano Stefania Pomante ed Emanuela Nucerino, rispettivamente segretarie generali e della Funzione Pubblica CGIL di Civitavecchia, Roma Nord e Viterbo – continua un disegno di restrizione e smantellamento del perimetro del servizio pubblico, in modo particolare per quanto riguarda il fronte sociosanitario e assistenziale, a discapito delle lavoratrici, dei lavoratori e di tutta la cittadinanza”.
E i parenti dei pazienti non dormono sonni tranquilli: “All’Istituto Calamatta l’utenza disabile è grave/gravissima, si tratta di persone che necessitano di essere lavate anche più volte al giorno, di essere imboccate perché presentano gravi disabilità fisiche, ci sono anche pazienti che se non occupati in maniera idonea e professionale sono terribilmente pericolosi per loro stessi e per gli altri”, fanno presente. “Non osiamo immaginare – concludono – cosa possa succedere se persisterà a lungo questo taglio gravissimo, in una struttura i cui locali sono peraltro fatiscenti, pieni di barriere architettoniche, la cui unica ricchezza è stata finora la presenza di personale amorevole e disponibile, fornito dalla cooperativa che ringraziamo sempre”.
Pronta la replica della direttrice generale dell’Asl Roma: “Non metto in dubbio la qualità degli operatori sanitari presenti ma del numero esiguo e lo stabile ha caratteristiche intrinseche, strutturali con alcune barriere e stiamo realizzando un piano di ristrutturazioni e risanamenti”, commenta a Marino a ilfattoquotidiano.it. E poi precisa di “ricoprire il ruolo di direttrice generale solo da febbraio, confidiamo di mettere a disposizione presto anche degli spazi all’aperto per gli ospiti dell’Istituto”.
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