Anche a Reggio Emilia i docenti si mobilitano contro le ispezioni di Valditara nelle scuole che ospitano Albanese: oltre 200 firme
Continua la mobilitazione dei maestri e dei professori contro le ispezioni inviate dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in Toscana e in Emilia Romagna, a seguito di alcuni incontri tenuti nelle scuole con Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori occupati in Palestina. A Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), un gruppo di docenti si è mosso coinvolgendo i colleghi di tutta la provincia arrivando a raccogliere duecento firme in poche ore per esprimere solidarietà nei confronti dei colleghi dell’istituto “Cattaneo- Dall’Aglio” di Castelnovo e del “Mattei” di San Lazzaro dove un’altra professoressa ha fatto lezione collegandosi con la giurista. Una levata di scudi contro l’inquilino di viale Trastevere – dopo quella di oltre 100 genitori bolognesi – che ha creato un vero e proprio movimento a difesa della libertà d’insegnamento.
“Esprimiamo profonda preoccupazione per quanto sta accadendo in alcuni istituti scolastici, a seguito dell’azione del ministro dell’Istruzione e del Merito. Riteniamo che incontri come quello sopra citato siano momenti importanti e necessari per suscitare negli studenti dubbi, riflessioni e domande sul presente e sul passato, in piena coerenza con le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, che promuovono la conoscenza delle istituzioni nazionali e internazionali, l’educazione ai diritti umani, alla cittadinanza attiva e al pensiero critico”, cita la missiva resa pubblica sui quotidiani locali.
Il personale della scuola non ha alcuna intenzione di abbassare la testa: “Rifiutiamo l’idea – prosegue la lettera -che tali interventi possano avere l’effetto di ‘indottrinare‘ gli studenti; siamo convinti, al contrario, che sia sempre possibile, anche attraverso questi incontri, dialogare in maniera aperta e non dogmatica. La scuola è e deve essere uno spazio aperto, libero e orientato a un confronto costante e proficuo, lontano da polemiche sterili. Manifestiamo pertanto la nostra sicuri che gli accertamenti richiesti faranno emergere la solidità e la coerenza delle intenzioni didattico-educative, pienamente conformi alle indicazioni normative e pedagogiche vigenti in materia di educazione civica, alla base del lavoro dei docenti e delle docenti”.
Tra i tanti firmatari c’è anche Rita Pignatelli, professoressa al liceo Canossa: “Quello che sta accadendo è disarmante. Ricevere – spiega a ilfattoquotidiano.it – ispezioni significa, aprire la strada verso provvedimenti disciplinari che potrebbero essere emanati solo per aver svolto la propria attività di insegnamento. Al ‘Cattaneo’ – dove ho insegnato – c’è un clima di tensione”. Pignatelli è convinta che l’attività del ministro porti dritto dritto ad una sorta di auto-censura: “Io continuerò a fare quel che faccio pur rischiando ma colleghi più anziani o stanchi evitano di affrontare certi argomenti ora per non correre rischi. È dall’inizio dell’anno che Valditara sta agendo attraverso l’imposizione di regole che violano l’autonomia gestionale della scuola interferendo con la libertà d’insegnamento”.
Nei giorni scorsi sul caso è intervenuta anche Tatiana Giuffredi, segretaria Generale Flc Cgil di Reggio Emilia che a ilfattoquotidiano.it spiega: “Quanto sta accadendo è emblematico del fatto che le premure principali di questo ministro siano rivolte a mettere in atto un pervasivo tentativo di costringere i docenti a epurare la loro libertà d’insegnamento da temi scomodi ideologicamente al governo stesso. Valditara dovrebbe invece essere orgoglioso e accogliere con plauso il fatto che la scuola pubblica italiana esprime la propria vitalità riappropriandosi della realtà di ciò che accade nel mondo, mostrandosi capace di addentrarsi nell’attualità e nella sua complessità per aiutare gli studenti a comprenderne le dinamiche e i risvolti meno superficiali”.
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