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Il killer di Zodiac e della Black Dahlia è la stessa persona? Colpo di scena nelle indagini: “Due dei più grandi misteri irrisolti della storia criminale mondiale saranno finalmente svelati”

C’era Zodiac dietro il delitto della Black Dahlia? Una nuova e lunga inchiesta del Daily Mail potrebbe riscrivere la storia di due dei più celebri cold case d’America.

La nuova indagine

Sembravano due storie distanti nel tempo: fu sul finire degli anni ‘60 che Zodiac ha seminato il terrore nella California del Nord. Ma probabilmente il serial killer aveva già compiuto il primo atto della sua truce saga nel 1947 a Los Angeles. Daily Mail infatti rivela che, secondo una nuova indagine, il killer Zodiac e l’assassino della Black Dahlia potrebbero essere la stessa persona. “L’Fbi e i dipartimenti di polizia californiani – scrive il giornale online – stanno esaminando questa clamorosa teoria, e una serie di prove schiaccianti sono state scoperte da investigatori indipendenti e sono attualmente sottoposte ad analisi forensi. Se le prove supereranno il vaglio degli esperti, significherebbe che due dei più grandi misteri irrisolti della storia criminale mondiale saranno finalmente svelati”.

I due cold case

Il caso della Black Dahlia si riferisce all’omicidio di Elizabeth Short, aspirante attrice di 22 anni, ritrovata senza vita il 15 gennaio 1947 a Los Angeles: il suo corpo era stato segato a metà con precisione chirurgica, lavato, mutilato e disposto in modo scenografico in un quartiere residenziale. L’assassino contattò anche i giornalisti dell’epoca cui fece recapitare lettere e pacchi con effetti personali della ragazza. Vent’anni dopo, tra il 1968 e il 1969, la California del Nord fu attraversata dalla furia omicida di Zodiac, responsabile di almeno cinque omicidi accertati (e due tentati omicidi) tra giovani coppie e un tassista. Zodiac uccise le sue vittime con armi da fuoco e coltelli, nei parchi e nelle “lovers’ lane”, le strade isolate in cui si appartano gli innamorati, fino all’accoltellamento al lago Berryessa di una coppia di studenti a cui una delle due vittime riuscì a sopravvivere. Zodiac non era un assassino qualsiasi ma, come molti seriali, ha alimentato una complessa leggenda sulla sua sagoma, attraverso le lettere e i cifrari criptati che regolarmente spediva alla stampa. Non solo rivendicava i suoi omicidi ma istigava e sfidava la Polizia che era sulle sue tracce.

La nuova inchiesta

Il Daily Mail afferma che la Polizia della California e l’Fbi sono passati al setaccio di tutto il materiale repertato negli anni: documenti, campioni di scrittura, effetti personali e tracce biologiche. Se queste ricerche combaciassero con l’ipotesi investigativa avanzata, Zodiac potrebbe essere indicato come l’assassino della Short. Il nome su cui si punterebbe secondo il Daily, in queste nuove indagini, è quello di Marvin Margolis. Classe 1925, originario di Chicago, era un veterano della Seconda guerra mondiale che in seguito cambiò il suo nome in Marvin Merrill. Margolis era arruolato nella Marina statunitense come infermiere militare, dove di certo ha maturato competenze chirurgiche. Dopo la guerra si trasferì a Los Angeles e si iscrisse alla University of Southern California presso la facoltà di medicina. Secondo i documenti del gran giurì di Los Angeles del 1949-1950, Marvin Margolis fu uno dei 22 sospetti ufficiali per l’omicidio di Elizabeth Short. Dagli atti d’inchiesta ufficiali viene fuori di una “sua relazione sentimentale con la Black Dahlia, nei mesi che precedettero il delitto. Nei giorni precedenti alla morte, Elizabeth Short avrebbe confidato ad amici e conoscenti di temere per la propria vita, parlando di un ex fidanzato geloso ed ex militare che l’aveva minacciata. Dopo l’omicidio del 1947, Margolis lasciò Los Angeles e iniziò a spostarsi tra diversi Stati, cambiando nome. Tornò stabilmente in California all’inizio degli anni Sessanta”. (fonte: Adnkronos).

Il cifrario Z13

Secondo l’inchiesta, alcune somiglianze calligrafiche e stilistiche tra le lettere della Black Dahlia e quelle del Zodiac sono oggi oggetto di nuove analisi forensi. Al centro dell’indagine c’è la presunta decifrazione del cifrario Z13, inviato dal Zodiac nel 1970. Secondo l’investigatore Alex Baber, il cifrario conterrebbe il vero nome dell’assassino. Attraverso metodi di crittografia classica, archivi del censimento statunitense e l’intelligenza artificiale, “Baber afferma di aver decodificato il cifrario e di essere arrivato al nome Marvin Merrill, alias Marvin Margolis”. Un altro tassello della nuova indagine sarebbe uno schizzo realizzato da Merrill prima di morire, nel 1993, “che raffigura una donna nuda con il nome “Elizabeth” e, secondo le analisi grafiche, conterrebbe la parola “Zodiac” nascosta sotto l’inchiostro. Per gli investigatori, questo disegno rappresenterebbe una sorta di confessione postuma” (fonte: Adnkronos).

I due delitti nella cultura popolare

Entrambi i cold case hanno ampiamente nutrito la cultura popolare negli anni. Black Dahlia ha ispirato un celebre romanzo di James Ellroy, seguito dall’adattamento cinematografico di Brian De Palma. Lo scrittore in particolare ha posto al centro della sua opera la corruzione morale di Los Angeles in quegli anni e il rovescio della medaglia di Hollywood, mostrandone il risvolto oscuro. La storia di Zodiac è invece al centro del libro di Robert Graysmith, da cui è stato tratto il film Zodiac di David Fincher con Jake Gillenhaal in cui il folle omicida diventa un rebus che consuma, insieme alle sue vittime, sia le forze dell’ordine che la stampa. Entrambe le storie sono irrisolte e per 70 anni sono state considerate distinte e distanti ma questa nuova indagine potrebbe cambiare tutto.

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