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Kafelnikov: “Con la sua etica del lavoro, Sinner avrà una carriera migliore del talentuoso Alcaraz”

Non smette di tenere banco la fine della collaborazione tra Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero, giunta al termine di una stagione che ha visto il giovane spagnolo vincere due titoli Slam e tornare il vetta al ranking mondiale. Praticamente nessuno si è sottratto dal fornire la propria opinione sull’argomento e non ha fatto eccezione Yevgeny Kafelnikov, vincitore al Roland Garros 1996 e all’Australian Open 1999 e tra l’altro medaglia d’oro a Sydney 2002. E in (definitivo) vantaggio per 2-1 nei confronti di Ferrero nel Tour.

Il classe 1974 di Sochi ha parlato con Clay anche di calendario, di Zverev e Djokovic in prospettiva Slam, della rivalità tra Alcaraz e Sinner. Al momento, però, Yevgeny è in un percorso che lo accomuna a quello di zio Toni con Rafa Nadal: “Sto viaggiando, ma non nel circuito principale. Mio nipote Evgenii ha 15 anni. Ha del potenziale e stiamo lavorando su molte cose”.

“Difficile gestire un ragazzo di 22 anni famoso e corteggiato”

“È sempre facile esprimere un’opinione quando non sei dall’interno e non sai esattamente cosa è successo dietro le quinte” ammette Kafelnikov. “Conoscendo Juan Carlos, che è estremamente professionale come lo era da giocatore, sono sicuro che voglia il meglio per i suoi giocatori e che i suoi standard di professionalità siano molto elevati. Probabilmente, essendo Carlos spagnolo, molto giovane e attratto da tutte le tentazioni fuori dal campo che il successo porta con sé… dev’essere stato difficile avere a che fare con lui ultimamente. È comprensibile: hai 22 anni, tutte le ragazze ti corteggiano, c’è la fama e tutto ciò che ne consegue. Juan Carlos sicuramente se n’è accorto e ha cercato di separare il lavoro in campo da tutto il rumore esterno. Probabilmente è lì che è avvenuto lo scontro.”

“Carlos è un uomo adulto, può prendere tutte le decisioni. Invece…”

“L’errore più grande è quando i genitori interferiscono nel processo. Non conosco il background del padre di Carlos, ma non mi è mai piaciuto quando qualcuno lo fa. Ad esempio, nella mia famiglia, ero io quello che prendeva tutte le decisioni. Da quello che ho sentito, c’è stata una grande discussione tra Juan Carlos e il padre di Carlos. Ho sempre detto che questo tipo di situazioni alla fine influenzano negativamente il giocatore. Carlos è un uomo adulto, ora può prendere tutte le decisioni. Non so perché non abbia detto a suo padre, ‘guarda, sono affari miei, abbiamo avuto molto successo insieme, abbiamo vinto molti Slam, abbiamo fatto un sacco di soldi…’ Questa parte mi delude un po’.

Sono sicuro che il padre di Carlos abbia molto a che fare con questa rottura, non Carlos stesso. La prima cosa che un nuovo allenatore dovrebbe chiedere è che i genitori restino fuori dal processo di allenamento. Possono stare nel box e viaggiare con il team, ma non possono interferire. Un genitore non può fare l’agente, gestire tutti gli accordi, la pianificazione e tutto il resto. Onestamente, non so chi potrebbe prendere le redini ora.”

“Ah, i giocatori di oggi…”: calendari e lamentele

“Nella mia generazione, eravamo molto grati semplicemente di avere un lavoro, di avere tornei a cui partecipare e di rendere felici i tifosi in tutto il mondo. Non mi è mai piaciuto che troppi giocatori di alto livello partecipino a tornei esibizione. Non ho problemi se giocano le esibizioni e non si lamentano. Ma se giocano le esibizioni e poi si lamentano del calendario, non va bene. Cosa vuoi fare, giocare per divertirti? Perfetto, allora lascia il Tour ATP e gioca le esibizioni.

Guardala da un’altra prospettiva: quando hai 17 anni, vuoi giocare quei tornei, insegui i punti e cerchi di migliorare la tua classifica. E ora che sei famoso e sei un giocatore di punta, non ti interessa più il Tour… ma è stato il Tour a renderti quello che sei. Questo è il mio più grande problema con i giocatori di oggi: non rispettano le loro origini o chi li ha aiutati a diventare delle superstar. Sento alcuni dire, ‘non abbiamo bisogno di tornei da 250′. Sciocchezze! Quando eri giovane, desideravi disperatamente giocare quei tornei. Abbi un po’ di rispetto per il Tour e per ciò che ti ha reso una star.”

L’ATP vuole ridurre il numero dei tornei 250

Sembra che l’ATP stia tentando di ricomprare alcune licenze dai tornei 500 e 250 con l’obiettivo di ridurre il numero degli eventi ‘minori’. “Non è affatto una buona idea. Stai cercando di creare questo tour assurdo in cui nessuno ha la possibilità di sfondare. Ai miei tempi, giocavamo nei tornei Satellite e Challenger, lottando per entrare nel Tour. I giovani devono capire quanto sia difficile diventare giocatori di livello mondiale. I tornei 250 sono essenziali: aiutano a far crescere i giovani e a promuovere il tennis a livello globale. Ricordo che Alexander Bublik disse un paio di anni fa che i tornei 250 erano una sciocchezza. Quest’uomo ne ha vinti quest’anno, il che lo ha aiutato a entrare nella top 20. Ha anche acquisito fiducia in sé stesso ed è diventato un giocatore migliore. È necessario ogni passo del percorso.”

Più soldi per i giocatori, ma chi protegge il tennis? E Gaudenzi…

Strettamente connesso a questa direzione che vuole intraprendere l’ATP, nel 2028 è previsto l’ingresso di un decimo Masters 1000 ospitato dall’Arabia Saudita. Yevgeny ha le idee chiare: “Dobbiamo promuovere il tennis dove è già popolare, in Brasile, Argentina, Cile, la gente ama il tennis e si è guadagnata il diritto di organizzare tornei. E l’Arabia Saudita… non sono contrario in linea di principio, ma che vengano a prendere il controllo di un torneo solo perché hanno una quantità di denaro enorme – potrebbero usare le banconote al posto della carta igienica – non è giusto. Eliminerete tornei che hanno sostenuto e promosso il Tour per quarant’anni solo perché l’Arabia Saudita offre più soldi? Se continuiamo su questa strada, onestamente non so cosa succederà al tennis in futuro”.

Sul presidente del Board ATP, Gaudenzi, Kafelnikov dice: “Personalmente, Andrea mi piace molto. Fa tutto il possibile per garantire che i giocatori guadagnino di più, ma a volte bisogna anche proteggere lo sport stesso. Togliere cinque o sei tornei dal calendario, soprattutto in luoghi dove il tennis è popolare, solo per avere un Masters 1000 in Arabia Saudita non fa alcun favore allo sport a lungo termine”.

Le chance Slam di Zverev e Djokovic

Sulla possibilità che Zverev arrivi finalmente ad alzare un trofeo Slam, Kafelnikov ammette: “Non ne ho idea. Ha 28 anni, Thomas Muster ha vinto il suo primo Slam a quell’età. Ma la competizione è spietata, con Alcaraz e Sinner che dominano completamente il Tour. A meno che non faccia qualcosa di fondamentalmente diverso, non competerà più per un titolo major”.

Ancora meno probabile che possa riuscirci Nole: “Onestamente ne dubito. È il più grande giocatore di tutti i tempi, senza dubbio, ma competere con questi giovani… Il corpo e il metabolismo non ti permettono di recuperare abbastanza velocemente o di muoverti come un giocatore più giovane. Nessuno può battere la natura. Un giocatore di 39 anni è semplicemente troppo vecchio”.

Sinner e il suo ‘caso’, la rivalità con Alcaraz e il ‘terzo uomo’ che non ti aspetti

Kafelnikov crede che il ‘ caso clostebol’ abbia un po’ influito sulla reputazione di Jannik “ma non sta a me giudicare” aggiunge. “È un ottimo personaggio per il tennis. Guarda cosa sta succedendo in Italia in questo momento: il tennis sta esplodendo in popolarità, anche rispetto al calcio. Anche la rivalità con Alcaraz è fantastica per lo sport e spero che duri per molti anni”. Su chi tra i due avrà una carriera migliore, Yevgeny punta sul Rosso: “Penso che Carlos sia decisamente più talentuoso, ma Sinner è più motivato e dedito. E se devo scegliere tra talento ed etica del lavoro, scelgo l’etica del lavoro: propendo per Sinner”. Diversi sono i nomi che si fanno tra i candidati a inserirsi in questo dualismo. Tra questi, uno è presto escluso: “Rune è fuori dal mio radar. Dobbiamo guardare a qualcuno come lo statunitense che Michael Chang sta allenando: Learner Tien. O anche Fonseca. Se ascoltano i loro allenatori, hanno un futuro molto luminoso”.

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