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Caos sul Superbonus, la bocciatura dei costruttori: pessimo compromesso, genererà molti ricorsi

Caos sul Superbonus, la bocciatura dei costruttori: pessimo compromesso, genererà molti ricorsi

Il vicepresidente nazionale Petrucco sulla norma del Milleproroghe: «La legge andava modificata con regolarità, ora è una scelta politica»

UDINE. Il Superbonus finirà per provocare un gran caos. I costruttori ne sono convinti anche perché, alla fine, la mini proroga concessa dal decreto Mille proroghe va incontro alle esigenze di un condominio su cento.

Lo sottolinea il vicepresidente nazionale di Ance, il friulano Piero Petrucco, nell’esprimere un «pessimo giudizio» sul compromesso trovato per soddisfare le richieste di Forza Italia. Il decreto autorizza la corresponsione di un contributo per i soggetti con un reddito di riferimento non superiore a 15 mila euro, per le spese sostenute da gennaio al prossimo 31 ottobre, che entro il 31 dicembre 2023 abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60 per cento delle opere previste.

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«L’introduzione dei limiti di reddito è lontana dal meccanismo precedente che aveva una sua logica» spiega Petrucco, nel far notare che con un reddito Isee fino a 15 mila euro è impensabile riuscire a pensare di coprire la differenza fra 110 e 90 per cento delle detrazioni consentite. Se poi si tiene conto che dal prossimo anno la percentuale scende ulteriormente al 70 per cento è facile immaginare di trovare, soprattutto all’interno dei condomini, non poche difficoltà a effettuare i pagamenti e, quindi, a proseguire le opere di efficientamento energetico in corso di realizzazione.

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«Le persone meno abbienti non sono in grado di sostenere il 40 per cento della spesa, la fascia intermedia ha iniziato i lavori e ora rischia di non poter procedere, da qui il rischio di veder aumentare il contenzioso» insiste il vice presidente nazionale di Ance, nel definire la norma introdotta dal Mille proroghe «un tentativo quasi populista di affrontare il problema».

A suo avviso rischiamo di penalizzare ulteriormente le imprese e le famiglie più corrette in un contesto in cui è sempre mancata la soluzione. A livello nazionale, allo scorso novembre, i lavori in bilico valevano circa 13 miliardi: a tanto ammonta la rilevazione riportata nel report mensile dell’Enea. Questi cantieri saranno ultimati con lo sconto ridotto al 70 per cento, perdendo dunque la differenza del 40 per cento.

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Non a caso Petrucco insiste a dire, «il Governo avrebbe dovuto consentire l’elaborazione degli stati di avanzamento lavoro per contabilizzare le opere eseguite finora e consentire, quindi, una proroga di due o tre mesi al massimo».

L’Ance comprende le difficoltà derivanti dalla carenza di risorse e quindi di copertura finanziaria, non a caso – sono sempre le parole di Petrucco – «avevamo proposto di ridurre ulteriormente la percentuale detraibile dal 70 al 50 per cento».

Piuttosto di andare incontro al pasticcio attuale, i costruttori erano pronti ad avvallare una revisione generale.

«In questa situazione – insiste il vice presidente nazionale di Ance – non credo che il rischio contenziosi verrà meno». Anche perché, come già detto, gli amministratori dei condomini dovranno chiudere i cantieri in condizioni diverse rispetto a quelle di partenza. E se si considera che all’interno dei condomini vivono persone di ogni ceto sociale, le conseguenze sono facilmente prevedibili.

«Un insegnante con un reddito annuo pari a 35 mila euro che si trova senza sconto in fattura e con una capacità fiscale limitata come si regolerà?» si chiede Petrucco, non senza invitare a riflettere sul fatto che «dal 110 per cento siamo passati al 70 senza sconto in fattura. Sono due mondi diversi a cui si sarebbe dovuto arrivare con gradualità. A questo punto la scelta è soltanto politica».

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