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Effetto crisi: tre lombardi su 10 con la paura di perdere il lavoro

Effetto crisi: tre lombardi su 10 con la paura di perdere il lavoro

foto da Quotidiani locali

PAVIA. Un terzo dei lavoratori lombardi teme di perdere il proprio posto di lavoro. Una futura crisi economica, il rallentamento degli scambi commerciali e l'arrivo dell'intelligenza artificiale, rappresentano i tre fattori che non danno certezze a chi ha un impiego. A rivelarlo, il sondaggio People at Work 2023 dell'Adp Research Institute condotto su oltre 32mila lavoratori in 17 paesi; 2mila le persone intervistate in Italia su base regionale. A confermare l'incertezza di tanti lavoratori, ci sono anche i dati Inps del 2022 che parlano di un aumento del 41% dei licenziamenti di natura economica durante lo scorso anno. Licenziamenti, va ricordato, bloccati in precedenza dalle normative introdotte nel 2020 a fronte della crisi pandemica, poi riaperti dal giugno ed ottobre del 2021.

Inquietudine

Venendo al sondaggio che riguarda la sola Lombardia, se a livello nazionale non si sente sicuro un lavoratore su tre (34%), in regione parliamo del 31%. I sentimenti di precarietà sono più alti nella fascia 35-44 anni (37%), alla quale fa seguito la generazione Z (18-24 anni) con il 36%. Dai 24 ai 34 anni si dice timoroso il 34%, mentre dai 45 ai 54 anni il 33%; solo il 26% degli over 55 è invece preoccupato per il proprio posto di lavoro. Complessivamente, il 58,8% dei lavoratori lombardi pensa che nessuna professione sarà immune dall'attuale incertezza economica, e il 16% crede che l'uso dell'intelligenza artificiale diventerà la norma nel proprio settore, riducendo così le attività manuali. Insomma, i dati raccontano la paura del futuro e non è un caso che la fascia meno preoccupata, ovvero il 27%, riguardi gli over 55. L'8% di questi intervistati, anzi, ha scelto di chiedere la pensione anticipata.

I sindacalisti pavesi

In generale, cosa ne pensano i sindacati a riguardo? La risposta di Fabio Catalano, segretario provinciale della Cgil, è netta: «All'incertezza del futuro vanno aggiunte le misure del governo della legge di stabilità che va in continuità con quella dell'anno precedente: non ci sono interventi per una crescita del Paese. Altro elemento, sono le fasce d'età più giovani inserite in un mercato precarizzato ed instabile. I dati del centro per l'impiego provinciale raccontano di un 70% degli avviamenti al lavoro con contratti a tempo determinato».

Turni massacranti

Se in molti hanno paura di perdere il posto di lavoro, altri invece si vedono costretti a lasciarlo, come ad esempio nel settore del trasporto pubblico locale, prosegue Gaetano Di Capua della Cisl Trasporti: «Negli ultimi tempi stiamo vedendo che molti lavoratori del settore, a fronte di bassi stipendi e grandi responsabilità, oltre a turni massacranti, stanno lasciando il posto per magari orientarsi su altre aziende private del medesimo settore. È allarmante comprendere che un terzo dei lombardi tema di perdere il lavoro, ma anche se magari non succede, è lo stesso lavoratore a prendere altre decisioni per la propria vita». Come detto, uno degli elementi che possono essere alla base di questa incertezza è l'incombente utilizzo della intelligenza artificiale sul posto di lavoro. Le nostre aziende sono davvero pronte? A rispondere è il segretario provinciale della Uil Carlo Barbieri: «Penso che questa nuova tecnologia debba essere accompagnata da una corretta informazione, anche se non si conoscono al momento le ricadute. Serve una visione condivisa a livello nazionale e anche una informazione per i lavoratori perché non dovranno farsi trovare impreparati. Credo che il dato regionale, rispetto alla nostra provincia, sia sottostimato. Ci sono innumerevoli tipi di contratti che non favoriscono una stabilità, giusto per capire in Italia ne abbiamo più di 930 depositati al Cnel». —

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