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Export, nel 2023 calo di 40 milioni in provincia di Treviso. «Alle piccole imprese serve liquidità»

Export, nel 2023 calo di 40 milioni in provincia di Treviso. «Alle piccole imprese serve liquidità»

foto da Quotidiani locali

Archiviata l’epoca del Covid e delle misure per contrastarne gli effetti, si apre una nuova era per le piccole imprese trevigiane, chiamate a vincere nuove sfide. Secondo quanto emerge da uno studio promosso dall’osservatorio di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, nel 2024 le aziende dovranno far fronte ai rischi legati al cambiamento del superbonus e alla cronica mancanza di personale, ma dovranno pensare anche ai 40 milioni di euro “persi” rispetto al 2022 in termini di esportazioni.

Export in flessione e nodo personale

Nello specifico, l’export “Made in Treviso”, che rappresenta a pieno titolo la colonna portante del manifatturiero, ha raggiunto nel 2023 quota 8 miliardi 20 milioni 600 mila euro. Si tratta di una flessione dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. A rallentare dell’1,1% sono state le esportazioni nei 27 Paesi dell’Unione Europea, fermate a 5 miliardi 18 milioni 200 mila euro. Altro dissuasore alla potenziale crescita economica è rappresentato dalla difficoltà di reperimento del personale. Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro nelle piccole e medie imprese, fino ai 250 dipendenti, costa alla Marca Trevigiana 193 milioni di euro, cifra che deriva dal minor valore aggiunto imputato alla ricerca delle professioni più difficili da reperire e che implicano tempi di ricerca superiori a sei mesi. Questo dato è relativo a 10.169 posizioni lavorative, pari al 12,5% del totale di quelle ricercate. La Marca, tra l’altro, fa peggio della media veneta che si assesta invece all’11,1%. «Queste tendenze confermano la tenuta delle aziende della Marca Trevigiana», sottolinea il presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, Oscar Bernardi.

La reazione

«È necessaria una particolare attenzione da parte dell’Associazione» continua Bernardi. «Siamo impegnati sul fronte del mercato del lavoro con strategie coordinate: intensificheremo il già importante e intenso rapporto con le scuole per promuovere l’orientamento dei giovani al lavoro e per proporre una formazione sempre più a misura delle esigenze dell’economia provinciale. Inoltre, puntiamo a promuovere ulteriormente la qualità del lavoro nelle nostre Pmi».

Liquidità e prestiti

Altro fattore da attenzionare per il prossimo anno è quello della liquidità. La nostra provincia è seconda in Veneto per prestiti alle micro e piccole imprese del manifatturiero. Nel primo semestre 2023 l’ammontare dei prestiti ha toccato quota 6 miliardi 952 milioni di euro, pari al 44% di tutti i prestiti delle imprese trevigiane, con il lieve calo dell’1,6% rispetto al picco più alto registrato a settembre 2022, di poco superiore ai 7 miliardi di euro. «Senza il supporto di Confartigianato molti piccoli imprenditori da soli non sarebbero in grado di accedere al credito», fa notare Oscar Bernardi, «Attraverso il Consorzio Veneto Garanzie si crea un volano virtuoso con le banche capace di garantire il necessario ossigeno finanziario alle piccole imprese della Marca Trevigiana. Al tempo stesso terremo sotto osservazione l’andamento dei tassi d’interesse che nel 2023 hanno comportato costi aggiuntivi per le imprese».

Bonus edilizi

Anche il Superbonus del 110% nell’edilizia, malgrado le polemiche recenti suscitate, resta nei pensieri degli artigiani. Anzi, nelle loro preoccupazioni: nella Marca sono infatti a rischio i lavori in oltre 380 condomini. I lavori non conclusi al 31 dicembre 2023 ammontano a oltre 149 milioni di euro. «L’intenso impegno di Confartigianato ha portato i suoi frutti», commenta il presidente Bernardi. «La sanatoria prevista per chi non ha completato i lavori entro il 2023 è un passo avanti, ma si poteva fare di più, anche per evitare contenziosi tra le famiglie e i costruttori per il mancato completamento dei lavori entro il limite fissato. Resta poi la situazione preoccupante dei crediti d’imposta incagliati, che mettono a rischio i bilanci delle imprese. Chiediamo rapidamente interventi che sblocchino questa situazione». Infine, il capitolo della sostenibilità. L’indice “Imprese sostenibili”, che tiene conto di 22 indicatori che misurano la sostenibilità ambientale, economica e sociale, vede il Veneto attestato a 626 punti, 14,2% in più rispetto alla media nazionale. Dati in linea con la realtà trevigiana, che si riscopre, in questo senso, virtuosa.

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