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Lessoso

Nato e cresciuto a Lessolo fino all’età di 20 anni, poco successo negli studi, Dario Chiantaretto ha preso coraggio ed è partito per cercare la sua strada all’estero, trovandola infine in Francia. Qui oggi, a 29 anni, lavora come capo receptionist, e non ha nessuna intenzione di tornare indietro.

Come è arrivato a lavorare in uno dei più lussuosi hotel d’Europa?

«Ho iniziato a sentire il bisogno di partire perché il posto in cui vivevo aveva poco da offrire e la mia vita era diventata stagnante: non ero riuscito a terminare la scuola superiore e non avevo le idee chiare sulla mia vita. Così a 20 anni ho preso lo zaino in spalla e sono partito verso la Spagna in cerca di fortuna. Ho passato qualche mese a Barcellona, ma non avendo trovato la mia vocazione e avendo perso parecchio tempo sono tornato in Italia per rinfrescarmi le idee. Al mio ritorno non riuscivo a trovare una stabilità economica, a parte qualche lavoretto come giardiniere in aiuto di mio zio e due stagioni estive nelle quali ho fatto il bagnino. Quest’ultimo lavoro è stato il trampolino di lancio che mi ha dato la possibilità di partire verso la Liguria, alla frontiera con la Francia, lavorando in un Grand hotel termale come capo bagnino. Volendo evolvere nel settore, mi sono trasferito a Roquebrune Cap-Martin, paesino francese tra Mentone e Monaco, dove vivo tutt’ora. Per i primi anni ho fatto il frontaliere al contrario, lavorando in un campeggio in Italia come receptionist: qua ho gettato le basi verso la via dell’hospitality e ho migliorato Inglese, Francese e Spagnolo, che sono oggi le competenze che mi permettono di lavorare. Ho iniziato così a fare carriera nel turismo e nel management del settore alberghiero, fino a divenire Front desk receptionist al Fairmont di Montecarlo, uno degli hotel di lusso più grandi d’Europa, con 600 camere e rinomato per la sua posizione sulla famosa curva del Gran premio di Formula 1».

Com’è la vita a Montecarlo?

«In Costa Azzurra turismo e ristorazione sono i settori principali, gli stipendi medi vanno dai 500 ai 1.000 euro in più al mese rispetto ai salari italiani, anche di più per i laureati, che trovano lavoro più facilmente. Lavorando a Montecarlo, mi posso permettere uno stile di vita molto diverso da quello italiano: cene, viaggi e risparmi non mancano. Anche se la vita ha un costo differente, il potere d’acquisto rimane molto più alto. In Francia è possibile fare diverse formazioni gratuite finanziate dallo Stato, per trovare così un lavoro nel campo che più aggrada, senza dover ricorrere a corsi a pagamento. Il centro dell’impiego (Pôle Emploi) garantisce un lavoro sicuro al 100% una volta finita la formazione. Organizza anche diversi corsi di lingua francese per giovani e adulti completamente gratuiti. Per ridurre al minimo la durata dell’indennità di disoccupazione mandano diverse proposte di lavoro ogni settimana in base al profilo e spesso sono proposte interessanti, non come in Italia dove vediamo contratti a chiamata per due ore in busta paga e 10 ore in nero».

Ti mancano mai l’Italia e il Canavese?

«Gli amici, la famiglia e i luoghi d’infanzia sono le mie uniche nostalgie. Certo, fare una scappata di qualche giorno in Canavese fa sempre piacere, specialmente al palato, ma non credo che ci sia un posto per me. A paragone con le strutture ricettive italiane, il mio mestiere è veramente sottopagato, soprattutto contando di lavorare durante festivi e week end. In futuro potrei pensare a una casa di villeggiatura dove passare le vacanze, ma non credo tornerò a viverci. Dove abito ora ho il mare d’estate, la montagna d’inverno e un clima mite tutto l’anno, cosa chiedere di più? Sul piano sociale però in Italia fare amicizia è più semplice rispetto alla Francia, e i locali nelle zone dove abito chiudono presto».

Che consiglio ti senti di dare ai giovani canavesani?

«Consiglio a tutti quelli che vorrebbero partire perché hanno un sogno nel cassetto o semplicemente perché sono stanchi di non trovare le loro strade di lanciarsi e partire, anche chi non ha un diploma o un titolo di studio come me, l’opportunità potrebbe essere dietro l’angolo. Ci sono molte possibilità fuori dallo Stivale. In Italia di buono sono rimasti solamente il cibo e il vino». —

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