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La passione per i viaggi e le partite a calcetto: ecco chi era il trentenne ucciso a Udine il giorno di Capodanno

La passione per i viaggi e le partite a calcetto: ecco chi era il trentenne ucciso a Udine il giorno di Capodanno

Aveva iniziato a studiare all’università, poi si era dedicato al lavoro. L’amico in lacrime: «Era come un fratello»

UDINE. Un grido. Lacerante. «Per me era un fratello, non è giusto. Dovete trovare il colpevole». Poi, un giovane, si accascia su una delle auto parcheggiata davanti al Laghetto Alcione.

Solo qualche ora prima lui ed Ezechiele, ucciso nella mattina di lunedì 1 gennaio all’esterno del locale di via dei Prati, nella zona di viale Palmanova, si stavano divertendo in pista, come avevano fatto spesso.

Era ben più che un amico. Lo sorregge una ragazza, si abbracciano. «Per me era un fratello» ripete. E il pianto lo sentiamo a qualche decina di metri di distanza, dietro al cancello metallico.

Chi conosceva bene Ezechiele racconta dei suoi occhi «buoni e sinceri». Come un altro dei suoi amici, Joao Kidd. Con lui aveva condiviso i progetti per il futuro, lui che lo spronava a riprendere gli studi universitari che Ezechiele aveva intrapreso a Gorizia e poi interrotto.

L’aveva visto l’ultima volta una settimana fa «dal nostro parrucchiere di fiducia» precisa con un accenno di sorriso. «Avevamo lavorato assieme alla Tough Components a Cividale – racconta – e poi anche se le nostre strade lavorative si erano divise, perchè lui era diventato un dipendente dell’Abs e io un giardiniere eravamo rimasti molto uniti. Lo conosco da otto anni, abbiamo giocato tante volte assieme sia a basket che a calcetto».

Parlavano tanto Joao ed Ezechiele. Di progetti, di futuro soprattutto. «Io studio all’Università e lo esortavo spesso – prosegue – a riprendere anche i suoi studi visto che era molto bravo. Cercavo di spronarlo ad essere la sua miglior versione per valorizzare il suo talento. Lui mi rispondeva che si trovava bene all’Abs e che aveva altri progetti da realizzare».

Joao si ferma un attimo. «La notizia della sua morte è stato un duro colpo – aggiunge –. Era un anima buona. Mancheranno il suo sorriso contagioso, gli abbracci con lui e le risate perché lui ti metteva sempre di buon umore».

In passato Ezechiele, che si era diplomato all’istituto superiore di Udine Deganutti, aveva aiutato la madre a gestire il bed and breakfast Daysi a Campoformido dove risiedeva. Amava scoprire il mondo.

Il viaggio a NewYork nel 2018 l’aveva emozionato e incantato. Si dedica ad aiutare gli altri come ricorda la cugina Patrizia. «Ezechiele era una persona davvero tranquilla – ricorda –. Amava dedicarsi agli altri e aveva partecipato a numerose iniziative di volontariato con un gruppo di giovani con cui si spostava spesso».

«Davvero non riesco a darmi una spiegazione– prosegue – su cosa può essere successo e su quale possa essere stato il motivo che ha scatenato la discussione, proprio perchè Ezechiele da queste situazioni si teneva ben alla larga. Siamo davvero rimasti scioccati».

Si fatica a parlare, anche chi lo conosceva bene si chiude in un doloroso silenzio. Restano i ricordi, tantissimi, vissuti insieme. I sorrisi, gli abbracci, le serate trascorse insieme, i tanti progetti, ora spezzati.

Resta anche un pianto inconsolabile di chi sa di aver perso un «fratello». Di chi gli promette, guardando al cielo, che non lo dimenticherà mai.

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