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Liceo del “Made in Italy” in provincia per ora non si fa

/ pavia

Il liceo del Made in Italy voluto dal governo Meloni a rischio flop, almeno per adesso. Le iscrizioni per il nuovo indirizzo si aprono il 23 gennaio, ma gli istituti della provincia che possono attivarlo non sembrano convinti. Colpa – parrebbe – di un debutto troppo a ridosso di appuntamenti essenziali per il calendario scolastico (come gli open day) e tale da richiedere una riorganizzazione profonda degli istituti coinvolti. «Attivare adesso l’indirizzo comporterebbe uno stravolgimento dell’organico. Per questo, al momento, non abbiamo preso nessuna decisione». Lo dice Bruna Spairani, preside del liceo Cairoli, una delle scuole che in provincia può istituire corso di studi pensato da Fratelli d’Italia. «Per i licei non si tratta di un obbligo ma di un opzione. Allo stato attuale, l’organizzazione della scuola rimane quella attuale, abbiamo preferito non stravolgerla, riorganizzando l’indirizzo economico-sociale» aggiunge Luciana Rossotti, preside del liceo paritario Pascal di Voghera.

Come funziona

Il nuovo liceo del Made in Italy può essere attivato (entro il 15 gennaio) solo su richiesta dei licei delle scienze umane che già offrono l’indirizzo economico-sociale: corso focalizzato sullo studio del diritto, dell’economia e delle scienze umane. Lo spiega una nota recente circolare ministeriale, che specifica: l’indirizzo (che tra l’altro elimina le ore di scienze umane, separa diritto ed economia e aggiunge storia dell’arte al biennio) va attivato senza aumentare i costi per le scuole, scongiurando esuberi di personale e “cedendo” una parte delle classi a indirizzo economico-sociale in favore del nuovo corso che vuole promuovere l’eccellenza italiana. Il totale delle classi dei due indirizzi, inoltre, non può aumentare. Il Cairoli di Pavia e il Pascal di Voghera sono tra gli istituti che già offrono il corso economico-sociale, mentre il Galilei lo attiverà dall’anno prossimo. Nel frattempo i corsi sono già stati presentati alle famiglie durante le giornate di orientamento, a differenza del liceo del Made in Italy, la cui istituzione è ufficiale solo da pochi giorni: «Non abbiamo presentato il nuovo indirizzo ai nostri open day – aggiunge la preside del Cairoli – attivarlo significa sacrificare alcune prime dell’indirizzo economico-sociale, con il rischio di alcuni docenti perdenti posto per via dell’insegnamento di scienze umane, che non viene più previsto: oggi è inserito già dai primi anni come materia caratterizzante». Da quanto sembra, il corpo docenti del Cairoli avrebbe manifestato un certo scetticismo, anche perché l’opzione economico-sociale sembra piacere alle famiglie e, almeno per il momento, non sembra soffrire un calo di studenti. «Non abbiamo potuto fare orientamento per il corso sul Made in Italy» aggiunge Sabina De Paoli, preside del Galilei di Voghera. «La scuola attiverà l’indirizzo economico-sociale dal prossimo anno scolastico, ed essendo una novità non abbiamo certezze sulle iscrizioni. Studieremo le indicazioni del ministero, ma in questo momento sembra difficile partire anche con il liceo del Made in Italy».

«Tempi stretti»

Con le iscrizioni ormai alle porte (la finestra è aperta tra il 18 gennaio e il 10 febbraio) per le scuole si fa complicato proporre il nuovo indirizzo. Matteo Loria, presidente regionale di Anp (associazione nazionale presidi) dice: «Buona parte delle attività di orientamento sono già state fatte e le iscrizioni sono vicinissime, per le scuole è difficile rinunciare ai corsi del liceo economico-sociale».

Perplessità anche dai sindacati: «Pur partendo da un’idea di rilancio, una novità di questa portata non può uscire così a ridosso delle nuove iscrizioni» dice Elena Maga, rappresentante della Cisl scuola Pavia-Lodi. «Forse bisognava discuterne di più con le scuole interessate. In questo momento, sembra difficile che le scuole riescano a organizzarsi già per il prossimo anno». —

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