Raid dei ladri negli spogliatoi di Savogna durante la partita della Pallavolo Altura Trieste
SAVOGNA Dagli spogliatoi spariscono soldi, giubbotti ed effetti personali per un valore di alcune migliaia di euro, e così la gioia per la vittoria sportiva sul campo si è ben presto trasformata in sbigottimento e comprensibile rabbia.
È accaduto a giocatori, tecnici e dirigenti accompagnatori della squadra maschile della Pallavolo Altura Trieste, che mercoledì sera ha fatto visita agli isontini del Soca di Savogna d’Isonzo per una sfida del campionato di volley di serie C.
Sul parquet, come detto, è finita bene per i triestini, che si sono imposti per 3 set a 1 sui padroni di casa, ma al rientro negli spogliatoi della palestra comunale di via Primo Maggio, ecco la brutta sorpresa: qualcuno aveva fatto razzia degli effetti personali lasciati nello spogliatoio della squadra ospite, che a quanto si è appreso era stato regolarmente chiuso a chiave.
La denuncia
«Non sappiamo dire quando e cosa sia successo nel dettaglio – racconta il dirigente dell’Altura, Taliento Coselli, che giovedì contava di riuscire a formalizzare la denuncia dell’episodio ai Carabinieri, dopo che non è stato possibile farlo nell’immediato post partita perché la pattuglia era impegnata in altro servizio -. Sta di fatto che la partita è finita intorno alle 22, e quando siamo rientrati negli spogliatoi per farci la doccia e cambiarci ci siamo accorti che mancavano molte cose. Innanzitutto sono spariti contanti praticamente da tutti i portafogli, di giocatori e accompagnatori, che sono stati svuotati e poi riposti senza toccare però documenti o carte. Difficile quantificare esattamente la cifra sparita, ma credo possa superare sicuramente i 500 euro considerando che parliamo di 14 giocatori e del resto del gruppo, forse anche mille».
E il ladro o i ladri non si sono accontentati del denaro. «Sono spariti anche due giubbotti, per intenderci piuttosto costosi perché di marca, con l’accortezza di lasciare negli spogliatoi le chiavi che erano nelle tasche – racconta ancora Coselli -, due paia di scarpe sportive, due orologi anche in questo caso di un certo valore e infine uno dei borsoni marchiati Altura, di quelli usati per portare il materiale da gioco: è possibile che sia stato utilizzato per stivare tutta la refurtiva».
Il mistero delle chiavi
Un piccolo grande mistero è legato alla serratura della porta dello spogliatoio ospite. Dopo la partita l’Altura ha trovato la porta regolarmente chiusa a chiave, e le chiavi sono sempre state nella borsa medica che i dirigenti avevano con sé.
«Stiamo cercando di ricostruire se magari qualche giocatore durante il match è andato in bagno, e per qualche momento la porta è rimasta aperta – dice Tliento Coselli -, ma resta tutto estremamente strano. Speriamo che le indagini possano chiarire l’accaduto».
Il Soca
Chissà, forse anche le telecamere di videosorveglianza poste all’ingresso della palestra comunale di Savogna d’Isonzo potrebbero tornare utili. Intanto il Soca, anche per bocca del dirigente Ivo Cotic, si dice «sorpreso ed estremamente dispiaciuto», spiegando che «non ricordiamo episodi simili, specie durante le partite e tanto più in un paese tranquillo come Savogna d’Isonzo».
Ma del resto anche da parte dell’Altura non c’è alcun risentimento contro gli avversari (ma prima ancora amici e colleghi) del Soca. «Siamo tutti sportivi, ci conosciamo, a Savogna ci sono persone rispettabili e sempre a modo, sono a loro volta vittime di questa incursione nell’impianto, un qualcosa che è sfuggito al controllo – conclude Taliento Coselli -. Si tratta di un episodio che fa male, un qualcosa di insolito nel nostro mondo».
A dicembre un raid ladresco aveva funestato un altro match di volley, in questo caso di serie D, a San Vito al Tagliamento.