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Vannizagnoli.it show 2023-24: a Reggio Emilia al Bigi “sospesa” l’U19M contro Fidenza “…Per le urla di Priftis. Si sentivano da lontano”. Rinviata comunque misteriosamente. I videoreportage urticanti

Vannizagnoli.it show 2023-24: a Reggio Emilia al Bigi "sospesa" l'U19M contro Fidenza "...Per le urla di Priftis. Si sentivano da lontano". Rinviata comunque misteriosamente. I videoreportage urticanti

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Noi di vannizagnoli.it, testata con il roc, facciamo giornalismo vero, di inchiesta nel nostro piccolissimo. Siamo fastidiosi o diamo fastidio?

Facciamo inchiesta, sempre, e comunque, senza fare sconti neanche a noi stessi. Kitsch, di cattivo gusto.

Ieri sera andiamo da casa, dunque dalla redazione centrale, di vannizagnoli.it, presente anche la direttora Silvia Gilioli, al PalaBigi. Perchè abbiamo un lampo, vediamo su reggionline.it che Reggio Emilia gioca alle 20:00, l’U19M, contro Fidenza.

Sono le 20:50, arriviamo e il PalaBigi è buio, dal lato carceri. Andiamo a sbattere in retromarcia, bel tonfo, nessun danno, contro una barra in metallo davanti al parcometro, entriamo, una porta è chiusa, l’altra forse anche. Altro giro, altro regalo, come da libro di Flavio Tranquillo, uno dei primi che molestammo. Perchè, sapete, non siamo più giornalisti, di professione, siamo molestatori seriali, soprattutto secondo Gabriele Majo, che ha chiesto all’ordine di Bologna dei giornalisti, di intervenire subito, per fermarci.

Perchè noi facciamo giornalismo, il compenso non importa, e abbiamo il roc, iscrizione al registro operatori della comunicazione, come praticamente nessun sito ha.

Circumnavighiamo, è freddo. Ci aggiriamo con la nostra berlina, Bwm 320D, da 12 anni. 

Finchè vediamo un inserviente del palasport, di Roncocesi, non sa che siamo in diretta, su youtube, come sempre, e parla.

“La partita non si gioca, sono venuto da Roncocesi per una sola ora, per 6 euro”.

Bello, no? Il PalaBigi è in mano anche a Pallacanestro Reggiana, da quest’anno, l’ha avvisato troppo tardi, era già partito, in realtà sono 6 km. Il signore, 6 euro l’ora.

“Non so perchè la partita con l’U19M sia stata rinviata. E’ stata sospesa, c’è stato casino”.

In che senso? Sospesa? Ma Fidenza è arrivata?

“Non c’era quando sono arrivato io. Ho sentito, invece, l’allenatore urlare, contro la squadra, c’erano tutti i dirigenti, laggiù, negli uffici, adesso sono andati via, ma le urla si sentivano da lontano”.

Già, bravo Priftis, dice Zagnoli. Due figuracce, a Varese e a Scafati. E meno male che si va alla Final8 e che Reggio Emilia ha domato la Virtus Bologna, per la verità due volte sconfitta anche in Champions e forse un pò scarica.

Comunque, via, abbiamo la notizia.

C’è tensione, fra il tecnico greco e i biancorossi.

“Ghòm la notèsia”, avrebbe detto Ercole Spallanzani, scomparso due anni fa.

Abbiamo la notizia e abbiamo l’audio, le parole dell’inserviente. Nessuna smentita possibile.

Claudio Coldebella, al quale la scorsa settimana chiedemmo il racconto della vita, lungo, mica corto, come diceva il direttore Fabrizio Noto, nella diretta su youtube, di ieri sera con Demis Cavina, confondendo l’allenatore bolognese, direi, con il ligonchiese, Ligonchio, Emilia, la leggenda Werther Pedrazzi.

Demis non è ancora una leggenda, Werther da Il Giorno, da Il Corriere della Sera. E’ nei 18mila video che abbiamo perduto per sempre.

Dicevamo, Coldebella ci dice: “Ma so che non ti piace Priftis”. Falso, detesto chi sceglie allenatori stranieri normali, non giganti.

Fra Greg Popovich, Ettore Messina, presumo che Gregg, anzi, direi, con la doppia, rappresenti il valore aggiunto. L’ultimo Larry Brown, a Torino, era troppo anziano.

Ma Priftis, come i tecnici di Trieste, in A2, di Napoli come Milicic, scelto dal mio amico Alessandro dalla Salda, come il tecnico di Varese l’anno scorso, americano, Matt Brase. Non amo gli stranieri normali. Il Direttore Fabrizio Noto dice stan facendo bene. Non lo nego ma preferisco, lo sapete, i Pancotti, i Delmonti, il Sacri, i Marcelletti, i Gresta. Detesto, lo sapete, chi mi detesta, chi non accetta le mie domande, ovvero Pianigiani.

Vannizagnoli.it, come curriculum, vale Claudio Pea e Werther, con una differenza.

Che, escluso due mesi a Il Giornale, nel 2008, mai ha lavorato in una redazione.

E, per onestà intellettuale, per le critiche a Milano, ha perso prima Il Messaggero, la rubrica basket, e poi Tuttosport.

Perchè, a differenza di giornalisti che non sono professionisti, certamente professionali, a differenza, dicevamo, dei più, noi non risparmiamo neanche noi stessi, neanche il direttore, neanche nostra moglie, così diversa da noi.

Ribadisco l’ammirazione sincera nei confronti di Noto e di Veronica, di Davide e di Filippo, di Claudio e di Dimitrios, di Graziano e di Enrico, di Alle e di Fabrizia, di Gaia e di Diana, ma criticare è lecito.

E noi critichiamo chiunque, soprattutto il pubblico facinoroso, chi fa casino, chi urlava contro Menetti, chi ci ha dato uno sberlone sotto al naso, all’uscita del PalaBigi.

Vannizagnoli.it è l’unica testata operativa dal pomeriggio all’alba, quasi, con il telefonino spesso acceso, talvolta in diretta coperta, poi scopribile, a raccontare l’Italia vera.

Quella più bella, più patinata la trovate in tantissime testate che puntano in primis alle grandi sponsorizzazioni, ai soldoni di ricconi, di ricchi sfondati. In Emilia Romagna ne conosco a bizzeffe e a tanti sto sui cosiddetti, perchè amano solo i mandolinari, come diceva Gian Maria Gazzaniga, compagno di merende a Il Giorno di Claudio Pea, primattore de Il Processo del lunedì, anni ‘80, con Aldo Biscardi, ovvero il re dei teatrini.

Teatrini che insceniamo ovunque anche noi, di vannizagnoli.it, e all-aroud.net c’entra nulla, manlevo il direttore Noto, gli altri collaboratori, ci mancherebbe altro. Rammento quando Stefano Landi diceva ad Adelmo Tagliavini di smetterla.

Noi siamo editorialisti e accusatori. Anzi no, lo sapete, grandi estimatori di tanti, a partire da tutti i reggiani, inteso come squadra e società.

Purtroppo non abbiamo abbastanza soldi per girare l’Italia a molestare altri tavoli, rispetto al dirigenziale bis di Reggiana pallacanestro, a Il PizziKotto, a San Maurizio, verso Modena, nei dopipartita – volutamente storpiamo – in casa.

Aspettiamo applausi, per il coraggio. Spiace per Veronica e soci. Altre piazze hanno solo mandolinari, a Reggio Emilia, purtroppo, siamo e abitiamo noi. 

Lo scoop in realtà non è tale, è del tutto normale che due partite perse così male – anche altre trasferte sono state bucate – portino a toni alti. Abbiamo solo scherzato su un tema che ci sta a cuore, la libertà intellettuale. Che abbiamo nei confronti di tutto lo sport italiano e per questo quasi nessuno ci fa più scrivere. Striscia la Notizia, Fuori dal coro di Mario Giordano sono altre fonti di ispirazione.

Al Bigi le maschere ci impediscono di entrare anche a partita finita, dobbiamo aspettare che finiscano tutte di lavorare, che levino la pettorina. Non sapremo mai se è uno zelo tutto loro, spesso lo è, o se ci sia la mano di Pallacanestro Reggiana.

Ovviamente, chiediamo scusa per rompere le uova nel paniere. E’ una eccellente stagione per i biancorossi, non è scontato peraltro che migliorino il 7° posto ottenuto da Attilio Caja, con un budget larghissimamente inferiore. Ci auguriamo, da reggiani, una nuova impresa contro la Virtus, ai quarti in coppa Italia, ma le possibilità, come dicevamo a Davide Draghi all’evento con il sindaco Luca Vecchi e l’assessora allo sport Raffaella Curioni non sono superiori al 15%.

Arriviamo a dire che è preferibile una continuità superiore, anche due punti in classifica in meno ma evitare questi rovesci così portentosi, inspiegabili, con una rosa del genere. 

Veronica merita solo ringraziamenti, anche da noi. Senza di lei, difficilmente il basket a Reggio Emilia sarebbe rimasto in LBA. Sarebbe bella una ciliegina, che nel basket a partire dalla nostra città arrivassero grandi investitori stranieri, come Pagliuca all’Atalanta, lasciando la direzione e la maggioranza ai dirigenti storici.

Mi auguro che Veronica resti a vita, ho conosciuto il papà Enzo, anche mamma, l’idea è di una famiglia perbenissimo, che dà lustro alla città e lavora tanto sul sociale, coinvolgendo una onlus a ogni partita casalinga. Questo prescinde dai risultati, è nobilissimo. Ancora, sarebbe bello se Reggio Emilia avesse una polisportiva come la SS Lazio, mettendo insieme tutte le discipline, non solo di vertice.

Intanto, sì, lo dico forte, nella città del primo tricolore ci godiamo una bella proprietà, forte, pulita, generosa, di stile. Che può mantenere la squadra in Europa per chissà quanti anni.

 

 

 

 

 

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