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Guiderebbe il Pd dopo le europee? Gentiloni prende tempo: “Arrivederci”. Insomma Elly stai serena

Cosa farà da grande Paolo Gentiloni? E che ne sarà nel Pd dopo le europee, quando tanti osservatori danno la segretaria Elly Schlein costretta a fare le valigie? Il commissario europeo non raccoglie le domande dei giornalisti sul suo prossimo futuro in Italia. “Arrivederci”,  manda a dire a chi gli chiede, a margine dell’Eurogruppo a Bruxelles, se farebbe il segretario del Pd. Da tempo si parla di lui, svanita l’ipotesi Landini, come federatore della sinistra. Sarebbe un bel salto in avanti, o all’indietro sotto la regia prodiana. L’ex premier svicola, non annuisce e non nega.

Gentiloni al posto di Schlein? Lui risponde “arrivederci”

“Dunque, oggi stiamo discutendo delle prospettive economiche dell’Eurozona, ed è una discussione importante, perché è la prima discussione, all’inizio dell’anno”, dice. C’è tanta carne al fuoco a Bruxelles, come a dire non andiamo fuori tema. “Ci sono i rischi che caratterizzano l’attuale congiuntura economica, a partire dalle spinte inflazionistiche che potrebbero derivare dalle tensioni nel Mar Rosso”, dice. E al solo pronunciare la parola Pd saluta i cronisti e va via.

La segretaria dem assediata dai suoi: non candidarti

Schlein, noblesse oblige, ha già detto all’amico Paolo che il partito è casa sua. Ma la segretaria dem non è nelle condizioni di dettare regole e condizioni. Sempre più accerchiata in casa, deve vedersela con la rivolta interna che serpeggia di fronte all’ipotesi di una candidatura alle europee. Oggi ci pensa il governatore Michele Emiliano a suggerirle di seguire i consigli di Prodi e di evitare la conta elettorale sul suo nome (“Se Prodi, nella sua funzione di padre del centrosinistra, le dà un indirizzo credo che lei lo debba ascoltare e rifletterci”). Anche le donne le girano le spalle. “Se la sua candidatura può servire ad aumentare di qualche punto percentuali del partito fa bene”, dice Alessia Moretti. Che aggiunge: “Sapendo che c’è però un prezzo da pagare: Conte, e non solo lui, per tutta la campagna elettorale ci dirà ‘voi vi candidate ma poi a Strasburgo non andrete’”. Ma c’è un altro punto. “La candidatura della segretaria potrebbe un po’ ostacolare l’elezione di donne”, si lascia scappare la Moretti.

Pragmatismo contro ideologia, chi vincerà?

Gentiloni probabilmente è in piena riflessione. Non è facile ereditare un partito messo tanto male.  Da cosa dovrebbe ripartire una volta preso il timone dem? Dovrebbe resettare la fase ultra-ideologica della stagione Schlein, appena un anno, per tornare su posizioni di sano pragmatismo più vicino ai problemi del paese, missione impossibile per la sinistra degli ultimi anni. Per ora il commissario Ue ha annunciato l’intenzione di non candidarsi alle europee e di tornare in Italia. Per fare politica si intende. La verità – secondo il direttore di Libero Mario Sechi  – “è che vuole fare le scarpe alla segretaria Elly Schlein, proprio dopo il voto europeo”. D’altronde l’ex premier è “lo specialista in affondamenti”.

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