La benedizione degli abiti alla chiesa di San Mauro. «Protezione per i nipoti, ho portato i loro vestitini»
PAVIA. C’è chi ha portato un fazzoletto bianco, il vestitino dei propri nipoti, un indumento caro da mettere sotto la protezione di San Mauro, il santo-guaritore morto il 15 gennaio del 548 e pregato nella chiesa del Santissimo Salvatore di via Riviera. Che per i pavesi, appunto, è più conosciuta come la chiesa di San Mauro: è a lui che si affidano gli abiti (dei malati e non) tramite la benedizione.
La festa in onore del santo – principale discepolo di San Benedetto – si è tenuta sabato e domenica alla presenza del vescovo Corrado Sanguineti. Ma anche ieri che ricorreva l’anniversario della morte, tanti pavesi hanno deciso di onorare la tradizione nonostante il giorno feriale: «Io e mia moglie ci siamo sposati in questa chiesa cinquant’anni fa» racconta Sergio Maggi, che passeggia tra le navate della chiesa insieme a Giovanna Guasconi. «Siamo rimasti sempre molto devoti nonostante gli anni che passano – aggiunge la donna – e nonostante la festa che si è tenuta ieri, ci teniamo a essere in chiesa il giorno dedicato a San Mauro».
«Per i miei nipoti»
Guasconi apre la busta bianca che tiene per i manici e ne mostra il contenuto: dentro c’è un piccolo pile con la testa di un orsetto e altri indumenti. «Abbiamo portato gli abitini dei nostri nipoti così da affidarli al santo, oltre ad alcuni indumenti nostri che vogliamo far benedire». Poi don Tino Baini riunisce i fedeli di fronte alla cappella che conserva la reliquia di San Mauro – un brano di stoffa – e benedice gli abiti portati dai parrocchiani.
«Una tradizione»
«La benedizione degli indumenti il giorno di San Mauro è una tradizione che va avanti da sempre e risale nel tempo» racconta don Baini, che collabora don Franco Tassone, parroco del Santissimo Salvatore. «A San Mauro sono riconosciute le doti del taumaturgo, cioè del guaritore. Per questo si portano i vestiti da far benedire, così da mettersi sotto la protezione del santo» considerato capace di guarire ogni malattia. Dopo la benedizione, i fedeli hanno omaggiato la reliquia di San Mauro: la chiesa ne conserva anche un quadro dipinto da Ezechiele Acerbi. Poi la messa in sacrestia, partecipata una cinquantina di persone.