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«Mantova, adesso “tasi e tira”: la scalata è ancora molto lunga»

La lezione da trarre dall’1-1 con l’Arzignano è quella di «non snaturarsi mai», mentre il percorso fatto all’andata va considerato come «il raggiungimento del campo base». Da lì il ds Christian Botturi indica al Mantova «19 altre mini scalate per arrivare in vetta». Scalate da affrontare «con più convinzione nel chiudere le partite», «senza guardare la classifica» e con «l’aiuto determinante dei tifosi». Il tutto seguendo il motto “tasi e tira” che il dirigente biancorosso ha ereditato dal nonno alpino.

Direttore, 17 gare alla fine e 7 punti di vantaggio sulla seconda: quanto vede lontana la serie B?

«Noi all’andata abbiamo fatto qualcosa di importante ma abbiamo soltanto raggiunto il campo base, che ci ha permesso di rifiatare. Il girone di ritorno è fatto di 19 mini scalate da affrontare come abbiamo dimostrato contro Padova e Arzignano. La classifica la guarderemo nell’ultimo mese di campionato, adesso lasciamolo fare agli altri».

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Il pari di domenica che lezione può insegnare?

«Che non dobbiamo mai snaturarci, bensì mantenere sempre i principi di gioco e i concetti che ci hanno portato fin qui. Per buona parte della gara sul piano tecnico-tattico ho visto cose perfino più belle che a Padova ma nell’ultima parte abbiamo avuto un calo mentale, che può essere fisiologico dopo il roboante 5-0 dell’Euganeo e tutto ciò che ne è seguito. Abbiamo forzato qualche giocata, fatto qualche lancio di troppo, pressato non in maniera adeguata... Insomma, abbiamo provato a giocare come fanno gli altri e l’abbiamo pagata. Ci può stare: io non vedevo l’ora passasse la settimana post Padova, siamo stati investiti da troppi complimenti, com’è normale nel calcio e questo inevitabilmente può condizionare a livello inconscio. Siamo umani anche noi».

Si riparte domenica da Sesto: cosa si aspetta dalla squadra?

«Che ritorni a battagliare partita per partita, pensando alla prestazione e non al risultato. Prendo in prestito il motto che mio nonno alpino usava sempre: “tasi e tira”. Ecco, noi dobbiamo tacere e fare i fatti. Ci saranno vittorie, pareggi e sconfitte ma io do la certezza che la squadra scenderà sempre in campo con il coltello fra i denti e - come promesso ai tifosi a inizio stagione - rappresenterà degnamente i colori del Mantova. Ai ragazzi chiedo inoltre a livello nervoso maggior convinzione nel chiudere le partite. Ai tifosi, invece, chiedo di seguirci in massa nelle trasferte perché sono davvero determinanti: ce ne siamo accorti sia a Legnago che a Padova».

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A Sesto tornerà da grande ex rimpianto...

«Sesto la porterò sempre nel cuore ma domenica non ci sarà spazio per i sentimentalismi. Lì dobbiamo dare una prova di forza però conosco l’ambiente e so che non sarà facile perché hanno bisogno di punti salvezza. Ricomincerò a guardare con speranza i risultati della Pro Sesto, come faccio sempre, dalla gara successiva che giocheranno a Vercelli. Ma non dimentico nessuno, dal presidente al magazziniere passando per i ragazzi rappresentati alla grande da capitan Gattoni. E ovviamente i tifosi, che all’andata mi dedicarono uno striscione toccante».

Chiusura sul mercato: arriverà un difensore al posto di Suagher? Ci saranno altre mosse?

«Noi pensiamo di poter concludere la stagione così, ma se faremo qualcosa sarà dopo aver valutato attentamente la parte umana di un eventuale rinforzo e l’adattabilità al nostro gioco. Come abbiamo fatto per Bombagi. Non prenderemo un difensore tanto per prendere, trovare qualcosa che faccia al caso nostro non è affatto semplice».

In uscita non ci saranno sorprese vero? Ci sono state richieste per i giovani gioiellini biancorossi?

«Nessuno sarà ceduto, questo è certo. Richieste non ne abbiamo avute ma guardiamo gli accrediti che ci vengono richiesti e vi posso dire che la domenica al Martelli ci sono sempre gli occhi di tanti club di serie A».

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