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Mantova, Suagher smette e lavorerà col mister: «Grazie a tutti, siete una famiglia»

Più che una conferenza stampa, è stato un tributo commosso al giocatore e all'uomo. Emanuele Suagher a 31 anni alza le mani e si arrende davanti a un destino che lo vede infortunato al legamento crociato del ginocchio per la sesta volta. Il difensore biancorosso ha comunicato la sua decisione di smettere con il calcio giocato con le lacrime agli occhi, i due figlioletti Lorenzo e Sofia in braccio e la moglie Giada mescolata ai compagni di squadra e allo staff tecnico in una quanto mai insolita sala stampa. Ma la sua avventura con il Mantova non si ferma qui: Suagher è già stato inserito tra i collaboratori di mister Davide Possanzini iniziando una nuova carriera dopo quella trascorsa in campo e finita troppo presto.

Botturi

È stato il direttore tecnico Botturi a spezzare il clima di emozione: «Noi siamo una famiglia e come succede nella vita i nostri tesserati hanno voluto essere vicini a Emanuele in un momento difficile. Lui ha già il conforto della moglie e dei suoi figli, ma in un gruppo così compatto questo evento non poteva passare inosservato. Lui ha la fortuna di avere una società che capisce che l'uomo va al di là anche del calciatore, la cui carriera può essere tanto breve. I ragazzi non vogliono perderlo nello spogliatoio, il mister come elemento di esperienza e portatore di valori tecnici e umani. Si è già messo a lavorare con lui e tutti quanti gli esprimiamo il più sentito in bocca al lupo per il futuro».

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I motivi della decisione

Dopo un filmato di Federico Calò nel quale il calciatore anticipava le sue decisioni, Suagher interrompendosi spesso per la commozione ha spiegato i motivi che lo hanno portato alla sofferta scelte: «Stavolta il dolore al ginocchio è stato talmente forte che non me la sento più di rischiare di provarne un altro simile. Ringrazio di cuore i miei compagni e lo staff per questa presenza che non era affatto scontata. Come la società che mi ha concesso un'opportunità di restare in un ambiente che sento mio. Mi viene da pensare che da altre parti forse mi avrebbero scaricato e lasciato al mio destino. Non ho mai mollato nelle avversità, stavolta è più dura ma prometto che ci metterò tanto entusiasmo. Si chiude una porta e se ne apre una più piccola nella quale garantisco il mio massimo impegno. A fianco di un allenatore il cui mio unico rammarico è non averlo conosciuto prima».

I ringraziamenti

Suagher avrà una visita con il dottor Zanini con il quale concertare e valutare le terapie. In chiusura ha poi tenuto a ringraziare tutti quanti hanno contribuito alla sua carriera. Dai primi osservatori che lo portarono nell'Atalanta da bambino (unico cruccio non avere giocato in A con i nerazzurri), agli allenatori e dirigenti incontrati soprattutto a Pisa, Carpi e Terni tra i quali ha citato Favini, Lucchesi, Giuntoli e Castori, oltre ai procuratori Bia e l'ex Quadri. Oltre alla famiglia Percassi che lo ha sempre sostenuto fin dai primi infortuni.

Possanzini

«Quando in estate il dt Botturi me lo propose - ha commentato mister Possanzini - mi aveva sottolineato le sue qualità tecniche e di uomo di calcio a tutto tondo. Si è messo a disposizione fin dai primi giorni dando un contributo importante per la crescita di questa squadra. Capisco cosa possa provare in questi momenti perché purtroppo ci sono passato in mezzo anch'io. Avrei voluto che arrivasse a questa decisione il più tardi possibile e non per scelte forzate. Questa però è la vita e come io so che posso contare su di lui al 100%, altrettanto deve sapere che se avrà bisogno, in campo o fuori, noi ci saremo sempre». Conclusione con un dolce e toccante pensiero letto dalla figlioletta Sofia.

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