Tensione Iran-Pakistan dopo gli attacchi reciproci: un grave danno alle loro relazioni
L’operazione del Pakistan arriva il giorno dopo che l’Iran ha dichiarato di aver utilizzato “attacchi con missili di precisione e droni” per distruggere due roccaforti del gruppo militante sunnita Jaish al-Adl secondo l’agenzia di stampa Tasnim.
Jundallah (esercito di Dio) che ha cambiato nome nel 2012 in Jaysh al-Adl (JAA), è un gruppo militante sunnita con sede nella provincia iraniana del Sistan-Baluchistan. L’ex leader di Jundallah, Abdolmalek Rigi, fondò il gruppo nel 2002 e ne fu il leader finché il governo iraniano non lo catturò e lo giustiziò nel 2010. Successivamente, il gruppo si divise in diversi elementi, di cui la JAA divenne la più attiva e influente. Jundullah è passata da una relativa oscurità mediatica, ottenendo solo occasionali menzioni nelle pubblicazioni jihadiste, a elemento di forte preoccupazione. Gli obiettivi dichiarati del gruppo sono garantire il riconoscimento dei diritti culturali, economici e politici dei Baluchi da parte del governo iraniano e diffondere la consapevolezza della difficile situazione del popolo Baluchi.
La JAA prende di mira principalmente il personale di sicurezza iraniano, ma storicamente ha anche preso di mira funzionari governativi e civili sciiti con imboscate, omicidi, aggressioni, raid mordi e fuggi, rapimenti e attentati suicidi. Le sue armi includono armi leggere, ordini improvvisati come giubbotti suicidi e autobombe. I suoi combattenti utilizzano tattiche di guerriglia e lanciano razzi per attaccare gli avamposti di confine e i convogli di trasporto. Il Dipartimento di Stato americano ha designato Jundallah come organizzazione terroristica straniera il 4 novembre 2010 e ha modificato la designazione nel 2019 per includere il nuovo nome del gruppo “Jaysh al-Adl”. L’attuale leader del gruppo in questione è Abdolrahim Mullahzadeh, aka Salahoodin Farooqi.
Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha affermato che il suo paese ha preso di mira solo i “terroristi” iraniani sul suolo pakistano e che “nessuno dei cittadini del paese amico del Pakistan è stato preso di mira dai missili e dai droni dell’Iran”. Di sicuro l’attacco mortale all’interno del territorio pakistano ha gravemente danneggiato le relazioni tra i due paesi. Iran e Pakistan si accusano spesso a vicenda di consentire ai gruppi ribelli di operare dai rispettivi territori per lanciare attacchi. Già nel 2007 i rapporti di Abc News suggerivano l’assistenza segreta degli Stati Uniti a Jundullah contro l’Iran. Se l’Iran crede che gli Stati Uniti abbiano segretamente aiutato Jaish al-Adl, ciò potrebbe spiegare la decisione di Teheran di attaccare all’interno del territorio pakistano.
Il Pakistan rischia di essere coinvolto in modo serio, pagando un prezzo alto nel deterioramento delle sue relazioni con l’Iran, rischiando di danneggiare le relazioni commerciali tra i due paesi, che superano i due miliardi di dollari all’anno. A tal proposito l’energia costituisce una parte significativa di questo commercio, soprattutto sotto forma di carburante diesel ed elettricità nelle zone di confine del Pakistan.
Gli attacchi reciproci tra Pakistan e Iran hanno rappresentato una marcata escalation. La risposta internazionale potrebbe essere confusa. I separatisti Baluchi sono sempre stati oscurati ma le loro rivendicazioni sono sempre più forti. La provincia del Sistan-Baluchistan è una delle terre più remote del mondo, è la parte iraniana di una grande regione chiamata Baluchistan divisa tra Iran, Pakistan e Afghanistan. La provincia è abitata da circa 2 milioni di Baluchi ed è la più povera ed economicamente la più arretrata del paese. L’area in questione è considerata un crocevia del traffico di oppio proveniente dall’Afghanistan e diretto al mercato mondiale, oltre al contrabbando di armi tra Afghanistan, Pakistan e Iran.
In passato, la maggior parte degli osservatori sarebbe stata ragionevolmente fiduciosa che la situazione non sarebbe degenerata visto che Iran e Pakistan hanno una lunga storia di relazioni a regola d’arte e il conflitto non è nel loro interesse. Il punto cruciale è che nessuno sa come reagiranno gli iraniani di fronte alle altre pressioni nella regione o se uno dei gruppi terroristici della galassia jihadista potrebbe rendersi utile allo scontro tra le due potenze.
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