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Belluno, i tecnici: «Costi elevati, ci sarà un ospedale unico», ma la Regione rassicura

Luci e ombre sulla sanità bellunese si sono accese ieri al convegno sulla riattualizzazione della “carta di Feltre”, che compie 25 anni, organizzato dall’Ulss Dolomiti con i riflettori puntati sugli investimenti della Regione nei cinque ospedali del Bellunese (Lamon incluso). Ma anche sui dubbi di un mantenimento nel medio periodo di tante strutture alla luce di indicatori critici: demografia in picchiata e maggiori costi impegnati per scalare la difficile orografia e portare servizi in un territorio dispersivo e policentrico.

IL RISCHIO: OSPEDALE UNICO

Indicatori che potrebbero condizionare la programmazione futura del governo centrale per fare di Feltre e Belluno un unico ospedale.

Un rischio che è stato paventato da Mauro Bonin, direttore di programmazione e controllo del sistema sanitario regionale per il Veneto, che ha parlato di «costi non evitabili per l’Ulss Dolomiti che portano a 8 milioni annui di finanziamento aggiuntivo per un incremento del 15 per cento sulla media regionale».

Bonin inoltre non ha nascosto come nel bilancio pluriennale dello Stato, dopo il 2026, non ci saranno risorse in più indicizzate sui criteri che tuttora caratterizzano il differenziale. «Dovremo giocare con ciò che abbiamo in casa, sviluppare servizi sull’innovazione senza fare affidamento sull’illimitatezza dei fondi che derivano dal Pnrr. Questa provincia non si potrà più permettere due presidi ospedalieri, l’uno spoke e l’altro hub, ma un ospedale unico».

LA REGIONE RASSICURA

La Regione «non chiuderà alcun ospedale». Questa è stata la assicurazione che invece ha dato l’assessore regionale Manuela Lanzarin, non per slogan ma con dati di fatto. «Non si può nascondere un problema di sostenibilità al pari di altre aree disagiate come il Veneziano e il Polesine», ha ammesso Lanzarin. «Ma proprio per il riconoscimento della specificità, la Regione è sempre andata a ripianare i bilanci deficitari».

Per l’assessore fanno testo la programmazione e le schede di dotazione del 2019. «Nonostante le situazioni di sofferenza dovute, qui come altrove, alla carenza di personale, non sono affatto previste riprogrammazioni, semmai una rimodulazione dell’attività. I due ospedali di rete con Lamon e gli ospedali di Feltre come spoke e Belluno come hub resteranno tali. Prova ne siano i continui investimenti che vengono fatti sia a livello tecnologico che di adeguamento strutturale, e che continueranno a essere fatti con le case della comunità e con le strutture intermedie».

Al convegno “Salute oltre la città” erano presenti oltre quattrocento persone in sala con rappresentanze di tutte le associazioni locali, e trecento invece erano collegate da remoto per ascoltare le proposte dei vari esperti sulla sanità in montagna.

IL DOCUMENTO

Dai lavori del convegno, introdotto dal commissario Giuseppe Dal Ben, è uscito un documento sottoscritto da tutti i partner del mondo associativo e sostenitori delle aziende locali, con l’indicazione di investire sui territori montani come “laboratori di innovazione”.

Il 10 maggio si terrà un laboratorio a Pieve di Cadore sulla rete di emergenza rispetto agli eventi clinici tempo-dipendenti, mentre il 25 ottobre sarà la volta di Agordo con il tema di assistenza territoriale. Il primo ciclo di confronto conoscitivo si concluderà a Belluno con il convegno già fissato per il 17 gennaio 2025.

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