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Tolmezzo: dopo le risse, i furti e le denunce autostazione sotto stretta sorveglianza

TOLMEZZO. Una girandola di luci bluastre illumina il tunnel dell’autostazione di Tolmezzo. Le pattuglie della polizia presidiano il principale snodo delle comunicazioni in Carnia attraversato quotidianamente da oltre 2 mila persone che giungono da ogni dove, mentre un andirivieni di pullman scarica studenti e pendolari.

I militari della Guardia di finanza con l’unità cinofila si aggirano fra loro con un pastore tedesco che non smette di agitarsi, si sofferma su borse e zaini. Poi fiuta.

L’aliquota del Nucleo radiomobile dei carabinieri attraversa via Carnia Libera con cadenza periodica. Dopo le risse, le denunce, le intimidazioni agli studenti, i furti e le denunce, il crocevia di genti e mezzi è saldamente presidiato.

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I ripetuti appelli della comunità e dell’amministrazione comunale, in prima linea per ridare dignità e sicurezza a un’area che si stava desertificando e che era diventata luogo di ritrovo per sbandati, è stato raccolto.

I controlli proseguiranno, almeno fino alla fine della settimana. C’è chi chiede: «E poi?», «Quando tutti minori stranieri non accompagnati ospiti a Cavazzo, protagonisti di episodi che hanno allarmato la comunità se ne saranno andati, che succederà?».

La sensazione, e qualcuno lo dice senza giri di parole, è che il clamore suscitato dalla presenza di quello sparuto grappolo di minori difficili sia stato un vento forte che ha soffiato via la polvere sedimentata su incrostazioni sociali formatesi ben prima del loro arrivo.

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Eppure, la loro presenza e i fatti di cronaca hanno stimolato pensieri e sentenze che si rincorrono nei locali pubblici e si srotolano sui social, invocando interventi decisi e rimpatri immediati, quando non raid punitivi.

«La situazione della stazione dei bus è delicata, questa è un’area importante per Tolmezzo – chiarisce Cristian Cianciotta, titolare del Dolce Amaro caffè –. Lavoro qui da 18 anni e conosco le problematiche di questa zona: non sono nate con l’arrivo di un gruppo di ragazzi egiziani e non dipendono nemmeno da atteggiamenti razzisti che la Carnia non ha. Commercianti ed esercenti lo sanno».

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Come lui molti hanno assistito a risse, sanno che c’era gente, anche del posto, che prendeva a bottigliate o a sassate le vetrine, rincorreva gli anziani in cerca di soldi.

«Abbiamo pensato anche di creare un Comitato. Il presidio è positivo, ma un intervento limitato nel tempo non basta, va programmato un controllo costante e va incentivato un cambio di mentalità».

Un presidio come quello attuato in questi giorni comporta mezzi, personale e costi che forse non sono disponibili 365 giorni all’anno, conviene Marco Sbrizzai della Graphica, che fa notare come negli ultimi giorni la situazione sia migliorata.

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«Quest’area un tempo era più ricca dal punto di vista commerciale. Tante attività, purtroppo hanno chiuso. Una presenza delle forze dell’ordine, però, è importante specie in certe fasce orarie, ad esempio dalle 12 alle 14 e dalle 17 alle 19, quando aumenta il flusso di giovani, che vanno tutelati».

Il plotone di studenti, infatti, si materializza verso le 13. Raggomitolati dentro ai loro giubbotti in un attimo riempiono l’autostazione. Alcuni vengono fermati e controllati dalle forze dell’ordine.

«Non è un problema per noi – chiarisce una ragazzina – chi non ha fatto niente di male non ha nulla da temere» taglia corto mentre l’amica annuisce. «Va bene i controlli ma non è che poi ci fosse una situazione di allarme sociale» mette i puntini sulle “i” un’altra.

Poco distante ciondola un gruppetto di ragazzi, uno si fa avanti con uno shopper pieno di birre: «Così è troppo però, non si può fare un passo senza essere controllati» protesta. Ma la sensazione diffusa è che quella cappa protettiva stesa dalle forze dell’ordine faccia sentire più al sicuro i commercianti, i ragazzi, e soprattutto le loro famiglie.

«Come genitore ho colto una preoccupazione diffusa ultimamente – ammette Debora Sartori al bar della stazione – questa è un’area di passaggio, ho anche cercato di mettere in guardia alcune ragazzine. Lavoro al mattino e di solito nella fascia antimeridiana la situazione è tranquilla, ma da quando sono stati intensificati i controlli, in generale, la situazione è migliorata».

D’accordo con lei Alberto Toch che lavora all’edicola: «Qui c’è un continuo viavai di persone tutto il giorno fino alle 19-19.15, poi l’area si svuota. Il fatto che questi gruppi di ragazzi si siano picchiati e che siano spuntati anche coltelli ha fatto notizia, se n’è parlato molto, ma di tanto in tanto succedeva anche prima. C’erano persone che bivaccano in quest’area portandosi dietro birre e alcolici».

Carla Della Pietra sorride dietro al bancone del Pan di casa, panetteria che da qualche tempo apre i battenti solo al mattino e pensa al positivo: «Questa vicenda ha avuto un merito – fa notare –: puntare l’attenzione su un’area importante della città che va sorvegliata». —

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