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Boninsegna: «Vi racconto il mio amico Gigi Riva»

«Se n’è andato uno dei più grandi. Un amico». Con queste parole Roberto Boninsegna accoglie la notizia della morte di Gigi Riva, per lui sempre il ragazzo con cui visse anni memorabili a Cagliari, per poi ritrovarsi in Nazionale nell’avventura di Messico 70.

Ve lo do io Rombo di Tuono

«Quando arrivai a Cagliari, nel ’66, finii subito in camera con Gigi - racconta il Bobo -. Nessuno voleva starci, dato che lui all’epoca già fumava. E parecchio. Eravamo sempre insieme: a colazione, a pranzo, in giro con la sua Alfa truccata... Anni memorabili. Anche se andare in auto con lui era decisamente pericoloso: amava correre, era un “Rombo di Tuono” anche al volante. Ricordo che una volta fece un paio di curve su due ruote e gli dissi che doveva portarmi subito a fare un’assicurazione sulla vita. Quando ci fermava la polizia, lo riconoscevano e gli chiedevano l’autografo anziché farci la multa... I sardi l’hanno sempre amato e lui si era innamorato dell’isola e della sua Cagliari. Sembrava un burbero - aggiunge Boninsegna - invece era un amicone. Era sempre lui a organizzare riunioni, anche in ritiro per parlare o giocare a carte. Ricordo una notte mister Scopigno entrò in camera e c’era un fumo che non ci si vedeva: tirò fuori le sigarette e disse “disturbo se fumo?” Poi guardò me, Riva, Alberto, Cera e Niccolai e disse “fra 5 minuti tutti a letto”.

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Amici-nemici in campo

«In campo aveva un solo piede, il sinistro, ma valeva per due, era forte di testa e aveva un gran fisico. Eravamo una coppia strana: entrambi un po’ egoisti, come dev’essere un vero attaccante, a volte ci scontravamo accusandoci di non esserci passati la palla. Ma se uno stopper provava a picchiare uno dei due, state certi che se la vedeva brutta».

L’Inter e il Messico

«Dopo aver ottenuto il secondo posto a Cagliari, Scopigno mi disse che uno fra me e Riva doveva essere ceduto per motivi economici. La Juve faceva ponti d’oro, ma Gigi non ne voleva sapere. Io invece dissi “vado via soltanto se torno all’Inter”. Mi accontentarono e il resto un po’ lo conoscete. Con Gigi poi ci ritrovammo in Messico, ma io arrivai dopo a causa dell’infortunio di Anastasi e dunque mi trovai in camera con Prati. Ma anche lì ricordo una notte che giocavamo a carte e i mariachi messicani suonavano sul tetto per non farci dormire. Noi gli dicevamo “venite qui che facciamo festa insieme” ma poi arrivò la polizia e li mandò via. Nell’ultimo anno - conclude il Bobo - Gigi non l’ho più sentito, mi hanno detto che non rispondeva più a nessuno. Se n’è andato uno dei più grandi, questo è certo».

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