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La promessa di Nordio: entro il 2026 organici della magistratura completi

Il distretto giudiziario di Brescia è l’ottavo in Italia per bacino di utenti, ma tra gli ultimi per personale. «É sottodimensionato» ha riassunto in una parola il presidente vicario della Corte d’appello di Brescia durante la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario.

Quasi l’espressione di una sofferenza che accomuna categoria e territorio. Di fronte aveva il guardasigilli Carlo Nordio, a Brescia per una precisa scelta: «Sono venuto qui perché è una città che ha sofferto» ha detto in apertura del suo intervento riferendosi alla strage di piazza della Loggia e alla giornata della Memoria che tocca tutti. Quasi se lo aspettava di essere nel mirino; in effetti, è andata così, tra critiche soft del presidente della Corte d’appello e altre più appuntite dei rappresentanti degli avvocati.

Tutto sul tavolo

Matano aveva messo sul tavolo la sfida che il Pnrr ha posto in termini di riduzione della durata dei processi e dell’arretrato, la difficoltà di far partire la riforma ordinamentale della magistratura con la modifica delle procedure di valutazione dei magistrati e di conferimento degli incarichi direttivi, la necessità di rinviare la riforma della giustizia minorile e financo i rischi connessi all’ingresso dell’Intelligenza artificiale nei Tribunali.

Tutte tematiche che rischiano di naufragare di fronte alle carenze di organico degli uffici giudiziari del distretto. Tutte tematiche che erano state studiate per bene in modo da metterle di fronte al ministro. Che ha ascoltato attentamente in prima fila, senza mai dare la sensazione di scomporsi di fronte alle critiche.

Fino alla fine

Anzi, è rimasto sino al termine della cerimonia. E nel suo intervento ha pure applaudito ai risultati ottenuti dai magistrati pur tra mille difficoltà: «Questo distretto - ha riconosciuto - è virtuoso e do atto al vostro lavoro e ai risultati raggiunti, e non sono scontati. Rispetto ai dati del Pnrr è tra i primi distretti in Italia. La priorità è rendere la giustizia efficiente e oggi si è parlato di cose concrete per raggiungere l’obiettivo». E allora, è giusto dare speranza.

Concorsi e posti

«Il nostro impegno è di colmare integralmente, entro il 2026, il vuoto di organico che in Italia è di 1.300 unità. Sono già in piedi tre concorsi per 400 posti e un quarto sta arrivando. Dovremo anche dare una sistemazione decorosa ai giudici onorari che finora sono stati trattati come figli di un dio minore. Ma tutto questo da solo non basta se non rimodulassimo i vincoli con l’Europa».

Ecco uno dei problemi: i tanti assunti a tempo determinato con i fondi Pnrr che dopo un po’ se ne vanno. «La precarietà - ha ricordato Nordio - è fonte di demotivazione: chi entra con il Pnrr pensa già a trovarsi un posto nuovo. Questo per noi è una perdita di risorse intollerabile e irrazionale. Dobbiamo rendere attrattiva la carriera per chi entra nell’amministrazione della giustizia ed evitare che ci sia, come adesso, un concorso per 150 posti e solo quaranta candidati».

I fondi europei

Sul Pnrr il ministro ha spiegato alla platea: «È per noi una linfa vitale, estremamente vincolante ma anche estremamente positivo, utile e necessario. Uno degli sforzi del governo e del nostro ministero è stato di rimodulare quelli che erano i vincoli inizialmente abbastanza ristretti, che erano stati non dico imposti, ma concordati forse per una valutazione fatta a causa dei tempi stretti con cui questi accordi sono stati stipulati. Lo sforzo di rimodulare questi accordi è stato in buona parte premiato ma continua e ci sono dei segnali rassicuranti perché quando la giustizia funziona è sull'intero contesto che si diffonde il benessere».

Nordio ha risposto anche sulla tecnologia, «che può essere allo stesso tempo positiva e pericolosa per la giustizia. Ci stiamo lavorando dal punto di vista legislativo».

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